Affile / Monumento al gerarca fascista Graziani, la Procura della Repubblica di Tivoli espone la sentenza

In In Evidenza da Yari Riccardi Commenti

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Prima la proposta, l’approvazione e la delibera dell’intitolazione del monumento situato all’interno del parco Radimonte a Rodolfo Graziani, gerarca fascista. Poi l’organizzazione di una manifestazione pubblica per l’inaugurazione del mausoleo. Per il reato di apologia di fascismo era arrivato lo scorso 7 novembre la condanna per il sindaco e due assessori della giunta comunale di Affile.
La sentenza e le motivazioni sono state depositate al Tribunale di Tivoli: il dispositivo ha confermato l’impianto accusatorio della Procura della Repubblica diretta da Francesco Menditto.
Il Tribunale ha dunque applicato “pacifici orientamenti giurisprudenziali della fattispecie di apologia del fascismo che prevede, per quanto interessa, la reclusione da sei mesi a due anni per chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”, così la Procura in una nota.
Una sentenza basata sulla nota e documentata giurisprudenza costituzionale e di legittimità: di fatto la condotta apologetica provoca “un concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista”, conclusione che arriva al termine di un iter che ha visto la presenza di un bilanciamento tra la tutela dell’ordinamento democratico repubblicano e la fondamentale libertà di manifestazione del pensiero.
Ci sono tutti gli elementi essenziali della fattispecie, come attestato dalla valutazione del compendio probatorio effettuata dalla Giudice. Quattro sono i fatti accertati dalla sentenza: Graziani è stato un esponente apicale del fascismo, la natura istituzionale dei soggetti agenti, nello specifico sindaco e assessori della giunta comunale, la collocazione topografica del monumento all’interno di un parco pubblico e le modalità dell’azione “sono da considerarsi condotte celebrative di Rodolfo Graziani in termini tali da poter condurre alla riorganizzazione del disciolto partito fascista”, e ancora una azione esaltativa posta in essere pubblicamente, senza dimenticare “il dolo generico richiesto dalla norma incriminatrice”.
E.V. come sindaco di Affile è stato condannato a 8 mesi di reclusione e a una multa di 120 euro, mentre per gli assessori G.F. e L.P. i mesi di reclusione sono 6 e 80 gli euro di multa.
Il monumento non sarà né sequestrato né confiscato. “Il prodotto del reato non è l’edificio adibito a museo, bensì la sua intitolazione ad un esponente del fascismo. La Giudice ha rigettato la richiesta di confisca e distruzione della delibera di intitolazione per carenza di potere, trasmettendo pertanto il dispositivo al comune di Affile per l’eliminazione, anche in via di autotutela, degli effetti della predetta delibera”.

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