Tivoli. Le attività del Gruppo Criminalità Organizzata e il Rapporto Mafie nel Lazio 2016: la relazione della Procura della Repubblica/2

In Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi

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Quale criminalità nel circondario? In Procura è costituito un Gruppo Criminalità Organizzata, nato perché dalle attività investigative e di monitoraggio del territorio relative alla criminalità è stata rilevata e registrata la presenza di alcuni soggetti inquisiti per fatti di mafia od appartenenti ad organizzazioni di considerevole capacità criminale – famiglie camorristiche e ‘ndranghetiste o di provenienza siciliana – che dimorano o risiedono nel territorio del circondario anche a seguito di misure di prevenzione. “Gran parte di tali attività hanno caratteristiche di invisibilità: l’indagine in tali casi non proviene da un reato già individuato ma origina dalla investigazione relativa ad elementi sintomatici dell’attività e della presenza di gruppi ed elementi criminali”: per questo è stato costituito il gruppo, che ha il compito di occuparsi dei reati di criminalità organizzata di maggior rilievo che siano sintomatici di elevata capacità criminale e di infiltrazioni nel territorio anche di tipo economico. Al gruppo va attribuita la competenza sul reato di associazione per delinquere finalizzata ai delitti commessi con minaccia o violenza. “Sono costanti i rapporti con la Procura Distrettuale di Roma, con le conseguenti applicazioni di Sostituti Procuratori di questa Procura, spesso per la trattazione di procedimenti iniziata presso la Procura di Tivoli. Va segnalata una complessa indagine in materia di stupefacenti con sostituto della Procura di Tivoli applicato alla DDA di Roma, con emissione di misure cautelari custodiali e sequestri. Vi è stato quindi il successivo rinvio a giudizio e, proprio in questi giorni, si è discussa l’udienza preliminare nonché, per quegli imputati tuttora ristretti in custodia cautelare, il PM applicato ha concluso la propria requisitoria all’esito della richiesta di giudizio abbreviato”. L’indagine a cui si fa riferimento è quella relativa all’associazione a delinquere dedita al traffico e commercio di stupefacenti capeggiata da soggetti calabresi, Luca Cosmo e Antonio Santo Morabito, con il primo legato alla famiglia della ‘ndrangheta Romeo-Giorgi di San Luca. “Il sodalizio si è manifestato e radicato in Guidonia e Tivoli. Sono state infine elevate contestazioni in materia di interposizione fittizia di beni. L’indagine ha dimostrato, ancora una volta, la presenza e le infiltrazioni nel territorio di competenza della Procura di Tivoli di gruppi legati alla criminalità organizzata di stampo mafioso  – si legge nella relazione – molto attive nel traffico di stupefacenti diffusissimo su tutto il nostro circondario, stante anche la vicinanza a zone della Capitale, su tutte San Basilio e Tor Bella Monaca, veri e propri centri di smercio all’ingrosso di ogni tipologia di droghe. Sempre calabresi sono, infatti, i soggetti indagati nell’ambito di altro procedimento penale in corso”. La penetrazione della criminalità organizzata nel territorio emerge anche dal recente Rapporto Mafie nel Lazio 2016, a cura dell’Osservatorio Tecnico-Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, aggiornato al maggio 2016.

Il Rapporto. Un documento, quello dell’Osservatorio, che in un brano evidenzia il costante apporto dei magistrati della Procura diretta dal dottor Menditto. “…Secondo la Direzione nazionale antimafia, storicamente, nella zona di Guidonia e Tivoli «il rischio di infiltrazioni criminali di tipo mafioso si concentra nel Car – Centro Agroalimentare di Roma – in considerazione dell’entità degli interessi economici che ruotano intorno ad esso, poiché è il polo commerciale più grande d’Italia. Sono soprattutto i clan campani che paiono fortemente interessati ad “investire” nel settore. Diffusi sono gli episodi di usura in danno di commercianti. La presenza di soggetti affiliati alla criminalità organizzata va ricollegata ad una silenziosa infiltrazione economica effettuata con attività di riciclaggio e con il reimpiego dei capitali di provenienza illecita». (…)  Va sottolineata nella zona di Tivoli e Palestrina «la presenza di alcune famiglie calabresi, legate ad una ‘ndrina attiva nella zona di Sinopoli (Rc). Anche i comuni a nord di Roma, registrano la presenza di elementi collegati a formazioni criminali di origine calabrese della zona di Reggio Calabria (Africo, Melito Porto Salvo, Bruzzano Zeffirio), alcuni dei quali pregiudicati per reati in materia associativa»…”.

 

http://www.romaest.org/news/02/2017/il-quadro-dei-reati-del-circondario-di-tivoli-la-relazione-della-procura-della-repubblica1/

 

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