Il quadro dell’attuale centrodestra guidoniano tra presente e futuro, lo stato di salute di Fratelli d’Italia, l’imminente avvio – perlomeno ufficialmente – della campagna elettorale, il ruolo delle liste civiche: questi gli argomenti che abbiamo trattato con Mario Pozzi, volto del partito di Giorgia Meloni e Coordinatore di Gioventù Nazionale per il Lazio. Classe 1989, Pozzi è uno dei nomi ancora giovani ma senza dubbio già navigati del panorama politico locale. Alle amministrative del 2014 ha chiuso con 237 voti.
Quale è l’attuale quadro del centrodestra guidoniano?
È un quadro critico, ed è legato prevalentemente a due fattori: si viene da uno scioglimento del consiglio comunale e da una frattura all’interno della maggioranza che ha portato alla seconda elezione di Rubeis. C’è la necessità di mettere al centro una classe dirigente che sia in grado di capire prima su cosa puntare, poi su chi.
Allora su chi deve puntare il centrodestra alle prossime amministrative?
Nomi non ne faccio. Ma è chiaro che il candidato migliore per il centrodestra – ed evidentemente anche per gli altri fronti – dovrà essere una persona credibile e in grado di amministrare la città in un momento di grande difficoltà come quello che stiamo vivendo. Dovrà avere la capacità di unire il centrodestra in un ancora ipotetico cartello elettorale.
Lei parla di unione. Ma ci sono margini per vedere il centrodestra unito alla prossima tornata elettorale? Quale sarebbe la probabilità di un buon risultato in questo caso?
Serve un atto di responsabilità da parte di tutti, in primis dai partiti. Basterebbe poco per arrivare alla creazione di un cartello elettorale che sia degno della città e di chi ci vive.
Parliamo del suo partito. Come sta Fratelli d’Italia a Guidonia?
Il partito è in crescita, e questo è un dato di fatto. Siamo dal 2012 in controtendenza rispetto a quanto sta accadendo nel centrodestra anche a livello nazionale, abbiamo visto ingressi importanti di persone provenienti da altri partiti. Merito del lavoro di Giorgia Meloni: eravamo piccoli, ma con solide fondamenta. E oggi puntiamo alla doppia cifra. Lo dimostrano i 13 circoli oggi attivi a Guidonia, un segno di radicamento. La città ci vedrà
ben presto attivi in una campagna di ascolto delle esigenze reali della gente. Stiamo inoltre portando avanti un percorso di formazione politica rivolto ai nostri giovani.
Un partito che in città oggi ha diverse anime?
Non parlerei di anime ma di gruppi che a Guidonia hanno una storia e che oggi hanno un ruolo centrale. Sarebbe ingeneroso e irriconoscente non sottolineare il contributo di Alessandro Messa al partito, ma oggi possiamo certamente dire lo stesso rispetto all’ingresso di Marco Bertucci.
Avete intenzione di esprimere un vostro candidato sindaco?
Siamo centrali nel centrodestra, così come nel polo sovranistico nato dopo la recente manifestazione di Roma. A Guidonia il partito ha certamente una classe dirigente in grado di esprimere un candidato sindaco: io però credo che il vero obiettivo sia quello di arrivare a capire se possa essere possibile una proposta che sia la più condivisa possibile. È chiaro che noi la nostra centralità la rivendichiamo.
Sembra prepararsi la campagna elettorale delle liste civiche, seguendo e forse sognando quanto successo a Tivoli. È un modello replicabile a Guidonia?
Secondo me no. Quanto accaduto a Tivoli con l’elezione a sindaco di Giuseppe Proietti è il frutto di un percorso lungo, che ha coinvolto sia destra che sinistra in un vero progetto civico, che ha portato alla scelta di un candidato credibile in primo luogo per la cittadinanza. Qui il progetto delle civiche nasce senza una figura credibile, si nota una forte difficoltà nell’aggregare e in molti vogliono prendersi la paternità del civismo.
Crede ad un exploit delle civiche?
No, decisamente no, soprattutto se come centrodestra riusciremo a presentare un progetto credibile per la città e per la gente. Voglio inoltre sottolineare che noi non ci vergogniamo della nostra appartenenza politica, né del simbolo del nostro partito: non abbiamo bisogno di trasformarci in una lista civica.
Teme il Partito Democratico?
La crisi è evidente, ed è legata ai problemi interni a livello nazionale: una eventuale scissione provocherà danni anche a Guidonia. A mio parere è un partito che non rappresenta più il popolo: oggi il PD ha problemi di credibilità.
Il Movimento 5 Stelle di Guidonia è già al ballottaggio?
Non credo proprio. È chiaro che la dispersione delle altre forze politiche li rafforza, ma le ultime vicende a Roma stanno svegliano la gente. Non basta più gridare onestà: senza una visione di governo, l’incapacità è ancora un danno.
Quanto peserà nella campagna elettorale il caos giudiziario che ha investito la scorsa amministrazione?
Lasciamo alla magistratura il compito di accertare le responsabilità. Credo che a livello politico siamo ancora in grado di aggregare. Dobbiamo tornare, nel caso di Fratelli d’Italia continuare, ad ascoltare i cittadini: solo così il centrodestra riuscirà a lasciarsi alle spalle determinati fatti.
Panorama più che complesso quello del centrodestra di Guidonia. Fratelli d’Italia, Forza Italia, NCD – che al momento non risulta pervenuto – ed eventuali liste civiche. Le riunioni fervono, ma di nomi di candidati a sindaco ancora non ne escono. Pozzi ha parlato di un identikit ideale, e della possibilità di ritrovarsi intorno a un tavolo per un candidato unico. Le voci raccontano di più idee, di più tavoli, di più nomi e ovviamente di veti. Vedremo cosa succederà, probabilmente già in questa settimana sono attese novità. Su più fronti.
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