L’ultimo rogo c’è stato sabato, e dalla sera di quel giorno a Lunghezza, a Ponte di Nona e a Salone è partita la protesta dei cittadini. Lenzuoli bianchi e una scritta, ‘Basta roghi criminali’, che rappresenta solamente il primo passo. Protesta ferma e civile – organizzazione a cura di un coordinamento dei comitati di quartiere dedicato al problema – di persone esasperate da una piaga, quella dei roghi tossici, che non accenna a diminuire, e che pareva tuttavia essere diminuita dopo la bonifica da parte di AMA della maxi discarica di via di Salone. Tutto è ricominciato sabato, con le fiamme divampate su un terreno adiacente il campo nomadi di via di Salone. “Non è più tollerabile il silenzio da parte delle autorità e delle istituzioni, alle quali si chiede di mettere una volta per tutte la parola fine. Le esalazioni nocive – spiegano i comitati in una nota – sono prodotte in gran parte dagli stessi abitanti degli insediamenti abusivi, o dei villaggi attrezzati della Capitale. Provengono dalla combustione dei rifiuti smaltiti illegalmente o per recuperarne rame e ferro, mettendo in pericolo la salute nostra e dei nostri figli”. Quello che viene rimproverato dai cittadini è la totale indifferenza mostrata da quelle istituzioni che dovrebbero aver cura dell’incolumità dei cittadini, “Prefettura, Regione, Campidoglio e Governo. Quello che a gran voce da anni viene chiesto è il più sacrosanto dei diritti: quello alla salute sancito anche nella Costituzione”. Il coordinamento specifica come la protesta che ha avuto inizio alle ore 21 di sabato 30 gennaio rappresenti solamente l’inizio: l’obiettivo è quello di “obbligare le autorità competenti a porre rimedio al problema. Ci chiediamo dove siano il Prefetto Franco Gabrielli e il Commissario straordinario di Roma Capitale Paolo Tronca. Sicuramente distanti dalla grave situazione in cui versano le periferie romane”. Proteste ma anche spunti per una soluzione. La via è quella del supermento del ‘sistema campi nomadi’, “che ormai sono del lager di Stato. Occorre inoltre – chiudono i comitati – contrastare il traffico illegale di rifiuti, quelli che alimentano anche le industrie italiane, e che di fatto hanno creato nei nostri quartieri un’altra terra dei fuochi”. Provvedimenti ed interventi a tutela della salute dei cittadini. Provvedimenti in nome della legalità che brucia ogni volta una colonna di fumo nero si alza sui palazzi della periferia est di Roma. Brucia da anni la legalità. Il coordinamento si è detto disponibile ad un tavolo di confronto con le istituzioni.
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