Un po’ di Guidonia nella Serie B di basket: Umberto Fanciullo, Coach del Basket Guidonia Collefiorito, nominato Guida Tecnica della Stella Azzurra Viterbo

In In Evidenza, Primo Piano, Sport da Yari Riccardi

Condividi

Sconfitta nell’esordio di Cassino alla prima partita da coach nel campionato di basket di serie B, e tante buone sensazioni lasciate a tifosi e addetti ai lavori. Grinta ed entusiasmo, gioco di squadra e voglia di arrivare: questo è Umberto Fanciullo, coach da pochi giorni della Stella Azzurra Viterbo, nella serie B di basket, e coach del Basket Guidonia Collefiorito. Umberto ha sempre giocato a Guidonia, ed allena da quando ha 18 anni. Ora che di anni ne ha 38, ed è quindi nel pieno della sua carriera, è arrivata la chiamata da Viterbo, dove è stato per 3 anni nello staff tecnico come assistente. Dalla serie C1 alla panchina in serie B, senza abbandonare il primo grande amore, la squadra di Guidonia con la quale Fanciullo sta avendo eccezionali risultati in serie D. Lo dimostra il PalaVolta pieno ogni volta che il quintetto guidoniano gioca tra le mura amiche. Pubblico caldo per una squadra che funziona. Una squadra che Fanciullo ha disegnato a sua immagine, per una società che fa dell’appartenenza territoriale il suo punto di forza più importante. Buona parte dei giocatori e dello staff tecnico sono di Guidonia e sono cresciuti all’interno della società, che è una di quelle storiche della città. Abbiamo incontrato Fanciullo dopo la partita vinta dal Basket Guidonia Collefiorito contro il Roma Nord.

Umberto, che cosa rappresenta l’arrivo nella serie B di basket come Coach?
E’ il risultato di un percorso che inizia a 18 anni, quando ho iniziato ad allenare. Io ho sempre giocato a guidonia, ho esordito giovanissimo in serie C2, e allenare è comunque sempre stato nelle mie corde. Tre anni fa mi hanno chiamato da Viterbo, e sono diventato assistente del coach. Ora la squadra aveva bisogno di cambiare, e ha scelto me. Ho sempre puntato ai campionati nazionali, ci arrivo da allenatore, dopo 20 anni. E’ un sogno bellissimo.

Come concili il doppio impegno a Guidonia e a Viterbo?
Guidonia è la mia società, e il doppio impegno si compensa e combacia perfettamente. A Guidonia la nostra società lavora bene e lavora molto, ricoprendo, prima che un ruolo sportivo, anche un ruolo sociale di grande importanza. Sono diventato un pendolare del basket, e va benissimo così. La serie B è un campionato semiprofessionistico, ed è più facile per questo organizzarsi.

Che obiettivi hai con le tue squadre?
Con la Stella Azzurra vogliamo giocarci al meglio tutte le nostre possibilità nel campionato di Serie B, e sono certo che in questi mesi faremo bene: l’obiettivo è la salvezza, il calendario è difficile ma è nelle nostre corde giocarcela con tutti. Con i miei ragazzi di Guidonia puntiamo ai play off di Serie D: ora siamo primi nel nostro girone, e abbiamo tutte le qualità per restarci fino alla fine.

In panchina sei un trascinatore vero. Quanto c’è del giocatore Umberto nel Coach Fanciullo?
Mi siedo in panchina (non si siede mai Umberto, si muove, batte le mani, urla, carica i giocatori. Probabilmente per la grinta che trasmette riuscirebbe a far diventare un atleta decente anche chi scrive, NdR) sentendomi ancora un giocatore a tutti gli effetti. Lo trovo l’unico modo per vivere al meglio il mio ruolo, per essere ancora più dentro al gioco. Fa parte della mia gestione della gara, io mi sento in campo con i ragazzi.

Il Basket Guidonia Collefiorito punta molto sull’appartenenza territoriale..
Tutti i nostri ragazzi sono della zona: la prima squadra è una rappresentazione perfetta del territorio. Lo sforzo grande che stiamo facendo è quello di creare un ambiente sano e caldo il punto giusto, perchè è l’ambiente che crea la mentalità adatta per crescere noi come società e per far crescere i giocatori come persone e come atleti.A Guidonia abbiamo 230 iscritti praticanti, facciamo tutti i campionati giovanili oltre alla serie D, lo staff è composto da 2 allenatori, 6 istruttori di minibasket e un preparatore atletico. Abbiamo il problema, come tutti, di avere pochi sponsor, ma non perdiamo la nostra vocazione ‘sociale’: le quote delle iscrizioni sono molto popolari (33 euro al mese per il settore giovanile, 17 euro per il minibasket. NdR) proprio per dare a tutti quello che vogliono praticare la pallacanestro l’opportunità di esserci.

Perchè, in un panorama sportivo dominato dal calcio, un ragazzo dovrebbe scegliere il basket?
Perchè è uno sport di situazione, e ti porta a decidere nell’immediato il da farsi, ad essere attento ai massimi livelli, a capire quello che hai intorno e a programmare la tua azione, anticipando l’avversario per ripartire. Io l’ho sempre trovato una ‘esasperazione positiva’ del concetto di gioco di squadra: e sono valori che fanno comodo anche nella vita.

La storia di Umberto, coach in serie B con tutta la volontà di confermarsi, e coach della società che l’ha fatto crescere e che lui stesso sta facendo crescere in questi anni, riconcilia, e parecchio, con lo sport malato e sporco che siamo abituati a vedere. Niente superuomini, niente proclami facili e altisonanti, solo talento, grinta, passione, coraggio e voglia di vincere. Caratteristiche che sembrano scontate, ma non lo sono per niente. La prova della loro esistenza, e della loro capacità di convivere e di concentrarsi in una squadra, per chi non crede, è al PalaVolta, il venerdì, quando il Basket Guidonia Collefiorito gioca in casa. Tante persone sugli spalti, un uomo in piedi davanti alla panchina a guidare 5 ragazzi in campo, alcuni giovanissimi, che corrono, si aiutano e, cosa che non guasta, vincono. Una schiacciata in faccia alle storture dello sport malato che ci raccontano tutti i giorni.

Condividi