“Il mondo è al maschile” ma cambiarlo si può: nasce il Coordinamento delle associazioni femminili della Val d’Aniene

In In Evidenza, Primo Piano, Spazio al Sociale da Elena Giovannini

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Alle donne piace cambiare le cose. Guardatele come sistemano le tende, i mobili del salotto, sempre li a cercare combinazioni diverse, a spostare le cose a dire “così non va”. E’ un po’ questo lo spirito con cui si apre l’incontro inaugurale del nuovo coordinamento delle associazioni femminili delle donne della Val D’Aniene che si è tenuto sabato 14 marzo alle Scuderie Estensi di Tivoli e ha visto la partecipazione di 8 Marzo 2012, Rete Rosa, Noi Lilith, Cipros e Le Sibille.
“Il mondo è al maschile” scriveva qualcuno e forse aveva ragione. E non è un ostentato vittimismo, né un banale clichè: viviamo in una società in cui i retaggi di un passato fin troppo recente continuano a influenzare mentalità e comportamenti. La violenza di genere inizia proprio da una cultura diffusa, da atteggiamenti inconsapevoli o accettati, da una mentalità che troppo spesso rilega la donna al solo ruolo di madre e moglie, visione che è già di per se violenza e discriminazione. La violenza di genere è quindi un problema sociale e può e deve essere combattuto attraverso la cultura, l’educazione, la valorizzazione del ruolo e dell’azione delle donne, la solidarietà, i servizi di assistenza e tutela. E’ questo lo scopo con cui nasce il coordinamento inaugurato all’incontro, nel quale si sono successi numerosi interventi di presentazione delle associazioni e proposta di nuove attività, ma anche momenti di recitazione teatrale, video e addirittura monologhi comici. Alle 18:30 è iniziato un dibattito cui hanno partecipato anche la segretaria della CIGL Simonetta Angelini e l’assessore alla cultura del comune di Tivoli, Urbano Barberini.
Sono Natalia e Patrizia dell’associazione culturale Le Sibille di Subiaco a spiegare i due motivi per cui nasce il coordinamento: “per riunire insieme i gruppi in battaglie specifiche promuovendo attività in tutto il territorio, e per creare un movimento di idee, di confronto e scambio nell’ambito della comunità femminile. Un laboratorio permanente di riflessioni e azioni sui temi tradizionalmente cari alle donne. Vogliamo essere un occasione di condivisione e incontro, in cui le donne possono discutere del proprio lavoro e del proprio benessere, le ragazze parlare del loro futuro.”
Dopo la recitazione teatrale di un pezzo dell’opera “Filomena Marturano” l’incontro prosegue con l’intervento di Annamaria Tafani, presidente dell’associazione CIPROS che dal 1993 si occupa di prevenzione oncologica, assistenza e riabilitazione. Annamaria si focalizza soprattutto sulla difesa del diritto della salute sottolineando l’importanza della prevenzione tramite la pratica dello “screening” essenziale per la prevenzione del carcinoma mammario, prima causa di mortalità femminile. Una prevenzione che troppo spesso non può essere effettuata nei modi adeguati: “a Guidonia è da ottobre 2013 che i centri di prevenzione non hanno a disposizione un mammografo, attualmente le liste d’attesa sono per il 2016”. L’intervento si conclude con una proposta: una petizione al presidente Zingaretti per consentire l’abbassamento dell’età dello screening, (attualmente è consigliato dai 25 anni) per diagnosticare precocemente il carcinoma mammario che colpisce sempre più spesso anche le più giovani.
A seguire prendono la parola Simonetta Angelini, rappresentante di “Rete Rosa” attiva da nove anni nel territorio e Rossana Timperi, presidente di “Noi Lilith” nata nel 2013 tra le donne di Ciciliano e Castel Madama: entrambe le associazioni si occupano di diffondere la cultura della non violenza attraverso incontri, convegni, attività nelle scuole, assemblee con i ragazzi. Successivamente parla Marina Buffetti, presidente dell’associazione “8 marzo 2012” che si occupa principalmente del contrasto e della prevenzione della violenza di genere. La loro è un’associazione molto particolare: “Siamo un’associazione inclusiva, perché i nostri membri non sono solo donne ma anche uomini, e abbiamo anche preso parte a numerose battaglie contro l’omofobia. Collaboriamo tutt’ora con l’ospedale di Tivoli, primo nel Lazio ad aver attivato il servizio di “Codice rosa”.”
Infine un lungo ma molto interessante intervento della sociologa Elena Sanrocco di Ciciliano presenta i risultati di un indagine sulla percezione dei bisogni delle donne e sulla conoscenza di alcuni servizi antiviolenza condotta su un campione di 227 donne.
Dalle conclusioni emerge che le donne del nostro territorio sono molto sensibili ai temi della prevenzione e tutela della salute e del contrasto della violenza di genere. La maggior parte ha indicato come principale bisogno delle donne il lavoro, cui seguono i servizi, promozione, salute e contrasto della violenza. Le donne in media reputano molto importante la prevenzione in ambito sanitario, i progetti di reinserimento lavorativo a seguito di una violenza e gli sportelli di ascolto. In caso di violenza il 30 % delle donne si rivolgerebbe alle forze dell’ordine, altrettante al 1522, numero verde antiviolenza donne.
Dall’analisi separata delle fasce di età emergono alcune particolarità: sono soprattutto le più giovani (fino ai 25 anni) a dare maggior peso al contrasto della violenza di genere. Sotto i 18 anni è maggiore il numero di ragazze che in caso di violenza si rivolgerebbero a un familiare o a un’amica, mentre nella fascia d’età successive viene riconosciuto maggiormente il ruolo dei centri antiviolenza e delle forze dell’ordine.
A seguito di un lungo e animato dibattito l’incontro si conclude. Dopo due ore la certezza che resta è quella di aver conosciuto realtà che agiscono nel territorio facendo davvero tanto, ma che tanto resta ancora da fare: il percorso insieme è appena iniziato ed è una nuova e più grande sfida per cercare di cambiare almeno un po’ questo “mondo al maschile”.

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