Poco più di una settimana: è questa la durata della breve vita dei nuovi canestri installati nello skate park di Collefiorito a via delle Ginestre neanche dieci giorni fa.
Che dire? Effettivamente c’è poco da aggiungere, ma almeno per rabbia e completezza bisogna per forza di cose scrivere un paio di osservazioni e correre il rischio di abbandonarsi a qualche riflessione soggettiva.
Già me li immagino gli autori di questo “dispetto” leggere il titolo con la soddisfazione di chi con la sua bravata sia riuscito a colpire qualcuno; chi sia stato danneggiato poi, poco importa; e basterebbe un pizzico di intelligenza e senso civico per intuire che quei canestri, sono stati pagati con dei soldi che con molta probabilità sono usciti anche dalle tasche di chi si è preso a “cuore” questo atto di vandalismo.
D’altro canto potrei continuare a scrivere invettive contro un ignoto incivile, ma in cuor mio so che, una volta viste le foto e dopo aver condiviso l’articolo con i “collaboratori d’ingiustizia”, probabilmente la volontà e la capacità di leggere potrebbe venire a mancare.
Tutti gli altri lettori avranno il dis-piacere di continuare a informarsi su questa irritante vicenda.
Il gesto deve essere stato compiuto nella notte tra 26 e il 27 febbraio, ma quello che stupisce è la caparbietà e la tranquillità con cui questo gesto sia stato svolto: i canestri non sono posti ad altezza regolamentare (e non avrebbe senso in un parco pensato per i giovani) ma sono comunque alti almeno più di due metri e pensare di romperli in maniera casuale è pressoché impossibile. Pare ovvio che questi guastatori si siano presi la briga di portarsi preventivamente un qualcosa che gli consentisse di “lavorare” così in alto. Ulteriore conferma di quanto l’operosità sia stata sfruttata nel nome della stupidità, è il fatto che di tutti e due i canestri siano stati letteralmente segati i ferri circolari a cui è appesa la rete, proprio all’attaccatura tra il ferro e il sostegno che lo fissa al tabellone. Un lavoro certosino dunque ma è proprio il caso di dire che la stupidità e l’inciviltà sono arrivate davvero “in alto”.
A voler essere pungenti e precisi si potrebbe rimproverare all’amministrazione una gestione poco attenta di questo spazio e non si capisce in che maniera si vogliano tutelare i beni comuni, se il cartello posto sul cancello d’entrata che avvisa i malintenzionati di essere video sorvegliati (da chi e da cosa è un mistero) suona semplicemente come uno scherzo carnascialesco (visto che ci siamo) per chi quei canestri avesse voluto utilizzarli nella maniera più idonea: facendo sport. Ma questa volta la responsabilità delle istituzioni non è e non può essere neanche lontanamente avvicinata alla convinta stupidità con cui questi vandali hanno agito impunemente.
L’indignazione personale non deriva dall’atto in sé, ma dall’angosciante riprova che quello che non appartiene al singolo sembra non appartenere a nessuno. Eppure il campo di calcetto di fianco è sopravvissuto all’attacco dei teppisti…
Dovremmo dunque arrenderci a quelle lingue che sentenzieranno il tutto con la solita frase “purtroppo qui è così”? E quei ragazzi che armati di scarpe da ginnastica, pallone da basket e passione per lo sport dovranno aspettare dunque una generazione migliore? Io credo, invece in maniera ferma e convinta, che sia già il caso di migliorarci da oggi: lasciatemi immaginare che il padre o lo zio di qualcuno di quei ragazzi che tiravano a canestro si armi di scala e di saldatore, e vada a riparare con la stessa impunità e tranquillità questi canestri. Magari proprio davanti agli occhi di chi la sera prima li ha rotti, tanto per dire agli stupidi che esistono anche gli intelligenti, in libertà, alla luce del sole, la stessa che ha riscaldato queste insolite giornate di febbraio e che quasi quasi fa venir voglia di far due tiri a canestro. Immagino troppo?
Condividi