Tavola rotonda al Duca D’Este, il 2 Febbraio 2013 ove si e’ discusso di “Le RSA tra abbandono ed accanimento terapeutico”. Tra i temi centrali del dibattito, dunque, quale sia la scelta più adeguata con tutte le implicazioni morali, etiche e religiose preconcette. Responsabili scientifici del convegno dr. Fabio Stirpe e dr. Carmine Cafariello. Intervenuti, tra gli altri, dr. Michele Bellomo (direttore generale dell’Italian Hospital Group) e dr. Stefania Salvati (direttore dell’Asl Roma G2). La presenza di S.E. Mons. Parmeggiani, vescovo della diocesi di Tivoli, ha ricordato a tutti i presenti come la morte sia l’inizio di una nuova vita e, quindi, non serve averne paura ma accoglierla con serenità. Accanimento terapeutico o eutanasia? Il dr. Bellomo assicura che “tutto viene demandato alla coscienza singola di ciascun familiare, paziente o medico” quando si tratta di stabilire dove inizia l’accanimento e dove finisce il rispetto per la vita umana. Medicina ad ogni costo o abbandono: l’esigenza che traspare dagli interventi dei relatori, è quella di valorizzare un equilibrio. Fanno breccia le parole del Dr. Cafariello sull’importanza della discussione come mezzo per promuovere l’attività medico assistenziale delle RSA, spesso strutture sconosciute, ma sempre unico rimedio ultimo nei casi di emergenza nei pazienti in fase terminale o quasi. Mentre il Dr. Stirpe fa leva sull’umanità del personale medico curante: “Affezionarsi ai pazienti, che nel 90% dei casi sono abbandonati dalle famiglie, non vuol dire perdere professionalità, ma e’ un valore aggiunto sulla via della guarigione”.
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