Tivoli. La morte fa più male ai vivi: la storia assurda dei lavori al cimitero

In Cronaca & Attualità, Primo Piano, Terza pagina da Yari Riccardi Commenti

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“Il grado di civiltà di un popolo si desume dall’intensità del suo culto per i morti”. Questo scriveva Ugo Foscolo nelle Ultime Lettere di Jacopo Ortis. Un culto che a prescindere dalla fede va preservato e tutelato, nel momento in cui la tomba è l’unico legame terreno che ci lega con le persone che abbiamo perso. A Tivoli sulle tombe non c’è neanche più il nome. I lavori che il comune sta portando avanti nella nuova ala del cimitero non prevedono rispetto per niente e per nessuno. “Lapidi sigillate, altre buttate per terra – racconta Salvatore Savagnoli, presidente del Comitato Città Termale Villalba/Tivoli Terme – senza alcun ritegno e rispetto per il dolore delle persone”. Tra le tante tombe senza lapide, anche quella dell'ispettore di polizia Bruno Cannizzaro. Di fatto, un incubo: arrivare in un cimitero e non trovare più né il nome nè la foto nè qualsiasi altro oggetto che ci ricorda il nostro caro. Lapidi vuote. Senza nomi, senza neanche un pezzo di carta che ti dice che proprio lì si trova la persona che amiamo. “Abbiamo parlato – prosegue Salvatore – con tante persone, fatto domande, chiesto spiegazioni: tutti ci hanno risposto con una sola parola. Schifo”. Tutti, tranne quelli che questi lavori li hanno gestiti. Hanno anche pensato bene di mettere solamente un foglio nei pressi del cimitero con la notizia di questi lavori, e nulla sull’albo pretorio del comune. Così, chi per qualsiasi motivo non si è potuto recare alla struttura per alcune settimane, ha trovato quello che si vede in foto. E nessun’altra spiegazione. “Arrivi, e si vedono quelle immagini delle foto. Uno scempio, un calcio in faccia ai sentimenti delle persone”. Lapidi trattate nel modo che abbiamo descritto, e pagate non certo dal comune ma dai cittadini, che ora, evidentemente, corrono anche il rischio di dover mettere di nuovo mano al portafoglio per quelle nuove. In un cimitero che ha evidentemente bisogno di manodopera, forse era meglio pensare prima ai lavori di manutenzione, e poi alle tombe. E. almeno, prima avvisare i proprietari. Ora si attende una risposta dal comune di Tivoli e dall’assessore ai Lavori Pubblici Marino Capobianchi, il quale fa anche parte di un partito, l’Udc, che dovrebbe avere su questi temi una spiccata sensibilità. Sensibilità che ci auguriamo venga confermata, perché vedere lapidi gettate a terra in quel modo, vicino ai secchi dell’immondizia, ed entrare in un cimitero senzatrovare più il volto della persona che stiamo andando a trovare è assolutamente indegno. E crudele. E terribilmente doloroso. Un dolore odioso e lacerante, perché va a colpire chi non può difendersi e chi è troppo lacerato dalla sofferenza per farlo.

 

 

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