Tanta gente in strada, maschere, coriandoli, stelle filanti. Carri allegorici, bande musicali e concerti in piazza. Bambini e adulti che si divertivano, insieme e allo stesso modo. Basterebbero solo le foto per raccontare quello che è stato il Carnevale 2012 a Guidonia: una festa tradizionale della città che è ritornata come meglio non poteva, grazie all’opera del comitato per il Carnevale e a quella logistica dell’assessorato alla Cultura e degli uffici del settore. Due strutture che hanno contribuito a realizzare un qualcosa che verrà ricordato. Per un motivo che può anche sembrare banale: l’aria e la luce. L’aria è quella che si respirava per le strade. Gioia, entusiasmo, e soprattutto una sensazione bella, positiva. Vera. C’era Guidonia per le strade, Tutta. E c’era gente che non vedeva l’ora di riscendere in piazza per il Carnevale, o meglio, per sentirsi parte di un tutto che solo in questi casi sa essere così caldo e potente. E la luce, dicevamo. La luce era quella negli occhi dei bimbi mentre guardavano i carri, negli occhi di tutti i componenti del comitato, forse loro stessi increduli nel vedere i loro lavori avanzare sulla strada, dopo fatica, freddo e tantissima passione. Perché è questa che muove tutto: la passione ,e la voglia di dare sprazzi di colore ad una città che non ne ha. Una soddisfazione per tutti, per il comitato ma anche per l’assessore alla Cultura Andrea Di Palma, che ha creduto nel progetto e ha dato il supporto necessario al comitato.
Una sfilata da ricordare, abbiamo detto. E lo ribadiamo, soprattutto per quanto accaduto alla fine, poco prima del suggestivo rogo di Re Carnevale. Di solito la consegna delle targhe diventa un esercizio di stile poco sentito e molto formale. Domenica 26 febbraio non è stato così nella piazza dell’Aeroporto. E dopo tutte le premiazioni ai vari gruppi mascherati e alle associazioni che hanno dato il loro supporto come soccorso e protezione civile – RNS di Villalba, Croce Blu e Croce Rossa – ci sono stati momenti da ricordare. Gli abbracci sul palco tra Paolo Aprile, Franco Stragapede e Gianni Bracchitta, volti storici del comitato e veri motori trainanti di una organizzazione che fa del volontariato il suo punto fermo. Un qualcosa di bello, nato 20 anni fa e destinato a durare ancora a lungo, a maggior ragione se arriverà una sede fissa e definitiva, come tutti auspicano, dove il comitato potrà lavorare per produrre carri sempre più belli. Non solo questo. Perché un momento davvero commovente è stata la consegna della targa a Bruno Mincione, anche lui volto storico della città e marito di Ausilia Cassarà, maestra di numerose generazioni di studenti scomparsa troppo presto questa estate. La commozione di Paolo era quella dei bimbi e della maestre delle scuola Leonardo da Vinci, presenti con il loro carro, e della piazza intera. Un lungo applauso ha salutato il breve intervento di Bruno. Conclusione migliore, forse, non poteva esserci. Alla fine il rogo di Re Carnevale, sulle note della Ufo Rock Band che ha accompagnato entrambi i giorni della sfilata. Tutti intorno alle fiamme, e arrivederci al prossimo anno. I complimenti per la manifestazione sono d’obbligo. e ci riportano in mente quanto ci aveva detto Paolo alla vigilia della sfilata. “Sono i carri il frutto del nostro lavoro: e saranno sotto gli occhi di tutti”. Ci permettiamo una correzione. Oggi sotto gli occhi di tutti c’era molto di più dei carri di Carnevale. Ed è un qualcosa che non si misura con i soldi. E si vedeva, si sentiva e si respirava. Ed ha invaso i carri, le strade, i visi e gli occhi delle persone, rendendoli ancora più belli.
Foto di Ilenia Murgia:
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