Tivoli, 42 Giovani Democratici abbandonano il partito e passano con SEL: “Divisioni umilianti”

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Quarantadue militanti dei Giovani Democratici di Tivoli passano in blocco a SEL. Una decisione comunicata ai vertici del partito con una lunga lettera, che sta circolando in queste ore su Facebook, e che è un atto d’accusa nei confronti della gestione del partito, in particolar modo della componente giovanile. Il gruppo è guidato da Damiano Leonardi, 23enne, già candidato al consiglio comunale con il Pd alle passate elezioni.

“Ti scriviamo nella speranza che queste parole divengano un simbolo del disagio e dello smarrimento vissuto da una parte della nostra generazione, quella parte che ha preferito l’azione e la collettività in contrapposizione alla passività e all’isolamento – è l’incipit della missiva, che porta la firma dei 42 giovani, quasi tutti ufficialmente tesserati – Quella parte che ha dedicato energia ed impegno alla costruzione più che all’indifferenza. Ti scriviamo nella speranza che queste parole e quest’azione possano accendere in te una profonda riflessione che non lasci spazio a motivazioni sciocche o bizzarre, comodi appigli per giustificare ancora una volta che c’è un po’ di te che se ne va. Questa classe politica giovanile andava tutelata, andava preservata, andava coltivata, andava istruita a un modo di fare le cose che non prevedesse il gioco di palazzo, lo scontro nominale più che su un progetto concreto, i personalismi esasperati alla ricerca di un potere che procura disgusto quando viene immaginato."

E poi l’attacco ai vertici locali del partito: “Nel momento in cui hai percepito che c’era una nuova forza, una nuova linfa per un ensemble che perde pezzi da quando è nato, non hai pensato a mettere da parte un po’ di quel bellicoso sentimento intestino che non è in grado di costruire ma soltanto di dar mostra di un irriverente e pavonico piumaggio, mero e inutile sfoggio di una forza che non ha nulla a che fare con la sofferenza di chi è smarrito o di chi non ce la fa. Come si può chiudere un occhio di fronte alle indecenze, di fronte alle scorrettezze, di fronte ai modi tristi e degradanti con i quali alcuni tuoi esponenti prendono consensi? Per noi stava divenendo un’umiliazione. Era umiliante dover spiegare perché a Tivoli non riuscivi a essere unito e dover motivare il tutto sulla logica di una distribuzione di poltrone interne, perché è di questo che si trattava. E le poltrone erano interne. Quando saranno posti in amministrazione cosa sarà? E cosa è stato? Se questo significa essere un Partito di governo, beh, caro Partito Democratico, più che un arrivederci questo è un addio”. 

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