Smartphone e telefoni cellulari contraffatti. Guardia di finanza sgomina banda di cinesi

In Cronaca & Attualità da Roma Est Magazine Commenti

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I finanzieri del comando Provinciale di Roma, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, hanno portato a termine un'indagine di polizia giudiziaria che ha permesso di disarticolare un’organizzazione composta da nove cittadini cinesi, con base nella Capitale, dedita all’importazione ed alla commercializzazione di articoli contraffatti e prodotti non sicuri, in quanto non conformi alla normativa europea e nazionale. Nell’ambito dell’operazione, denominata “città proibita”, è stato possibile sequestrare, nei confronti di una rete di società con sede a Roma e nella provincia, tutte riconducibili ai membri dell’organizzazione, 2,6 milioni di articoli introdotti illegalmente nel territorio dello Stato. Tra la merce sottoposta sequestro, pronta per essere immessa sul mercato, ci sono anche telefoni cellulari e smartphone con marchi falsi, accendini privi dei dispositivi di protezione e materiale elettrico di varia natura (generatori, climatizzatori, sistemi di vigilanza, lampade). Me le investigazioni non si sono limitate a ricostruire i canali di importazione e distribuzione dei prodotti. Attraverso accertamenti patrimoniali, indagini finanziarie e riscontri contabili, i militari del Nucleo Polizia Tributaria di Roma hanno individuato le ricchezze accumulate nel tempo dagli indagati e proposto all’Autorità Giudiziaria il sequestro dei beni, di valore assolutamente sproporzionato rispetto alla posizione reddituale dichiarata. Infatti, le società coinvolte chiudevano i bilanci costantemente in perdita ed i componenti dell’organizzazione risultavano nullatenenti.

Si è proceduto, così, al sequestro, nei confronti di questi ultimi, tra l’altro, di una villa ubicata a Marino, un locale commerciale situato nel quartiere Esquilino, un capannone a Roma, in via Portuense – presso “Commercity” – una Porsche Boxster ed oltre 25.000 euro in contanti. Complessivamente, il valore stimato è di nove milioni di euro. Il servizio rientra nel quadro delle iniziative previste dal “Patto per Roma Sicura”.

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