Oltre 2.500 detenuti in più rispetto alla capienza prevista per le strutture penitenziarie esistenti, sorvegliati dalla meta' del personale che sarebbe necessario. E' un vero e proprio grido di "allarme" sul pianeta carceri del Lazio quello lanciato dalla Fp Cgil di Roma e del Lazio. Questa mattina una delegazione, guidata dal segretario della Fp Cgil di Roma e del Lazio Lorenzo Mazzoli ha visitato la casa circondariale di Rebibbia per dialogare con operatori, agenti della Polizia Penitenziaria e detenuti dell'istituto di pena. I dati forniti dal sindacato parlano di 6.500 persone attualmente detenute nelle carceri del Lazio, a fronte di una capacita' delle strutture penitenziarie di accoglierne 4.000. Meno della meta' gli agenti preposti alla loro sorveglianza, circa 2.000 a fronte dei 4.000 previsti. "C'e' una vera e propria emergenza umanitaria nelle carceri del Lazio, dovuta al sovraffollamento e al personale sottorganico" spiega Mazzoli. "A Rebibbia novo complesso ad esempio su 1.067 detenuti ci sono 400 agenti rispetto agli 800 previsti dall'organico – prosegue – molti di loro sono assegnati ad altre mansioni, non sempre attinenti con quello che e' il loro lavoro. Succede cosi' che a volte di notte un solo operatore si trova a gestire fino a 200 detenuti". La Fp Cgil getta una luce anche sulle condizioni di salute dei detenuti: il 25% e' tossicodipendente, il 40% ha l'epatite ed il 7,5% l'Hiv. "Per questo motivo – spiega Mazzoli – tra le proposte che facciamo chiediamo alla Regione di adoperarsi di più sulle condizioni di salute dei detenuti ed in generale sulle strutture in cui vivono". Il sindacato lamenta una situazione di sottorganico anche tra gli operatori sociali deputati alle attivita' finalizzate al reiserimento sociale e lavorativo dei detenuti. "Dovrebbero essere in un rapporto di 1 a 25 con i detenuti – aggiunge – invece sono 1 a 76, cosi' e' difficile aiutarli a ricostruirsi un futuro una volta fuori dal carcere". Nelle prossime settimane la Fp Cgil di Roma e del Lazio proseguira' la sua "campagna di mobilitazione" sulle carceri del territorio regionale, chiedendo agli enti locali un confronto sul reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti. Con l'amministrazione penitenziaria invece il sindacato cerchera' un dialogo sulle mansioni a cui viene assegnato ill personale della Polizia Penitenziaria, per capire come limitare i fenomeni di carenza di organico.
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