Torna alla “vita” il Parco della Vestale Cossinia, grazie ai lavori di riqualificazione e di restauro eseguiti dal Comune di Tivoli in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma.
La riapertura è arrivata il 13 gennaio. Lavori realizzati con particolare attenzione alla sicurezza: nell’area sono stati infatti installati un impianto di illuminazione e un sistema di videosorveglianza, mentre il perimetro esterno è stato completamente messo in sicurezza con la realizzazione di una nuova cancellata.
Ripulita e bonificata l’area verde, all’interno della quale sono state messe a dimora piante compatibili con il luogo. Panchine ed altri elementi di arredo urbano fanno infine da cornice al complesso intervento di restauro dell’ara, ancora in corso.
La Storia. La tomba della vestale Cossinia, facente parte della necropoli repubblicano-imperiale dell’antica Tibur sulla via Valeria, fu scoperta fortuitamente nel 1929 lungo la sponda destra dell’Aniene presso la stazione ferroviaria di Tivoli. L’elegante ara funeraria in marmo bianco degli inizi del I sec. d.C., inscritta e decorata con una corona di quercia e con i simboli funerari urceus e patera, l’unica finora nota per una vestale, ne decretò immediata celebrità. Il luogo, reso ameno dalla vegetazione fluviale e dalla fauna acquatica, già divenuto meta di pubbliche passeggiate e visite di eruditi, fu sistemato nel 1967 a giardino. L’abbandono degli ultimi decenni e ripetuti atti di vandalismo avevano obliterato la memoria del monumento, fin quasi a pregiudicarne lo stato di conservazione. L’intervento, realizzato dal Comune di Tivoli con la collaborazione della Soprintendenza, ha portato alla rinascita del “Parco della vestale Cossinia”. Dall’ingresso lungo viale Mazzini si accede ad un belvedere che offre la vista dall’alto, quindi una scalinata conduce al sito archeologico.
Il restauro. L’ara si innalza su un basamento composto di cinque gradini in blocchi di travertino, affiancato da un altro basamento di tre gradini sotto il quale furono rinvenuti uno scheletro e una bambola snodabile in avorio, ornata con monili d’oro, databili in età severiana, ed un cofanetto d’ambra porta-gioielli (Museo Nazionale Romano). L’iscrizione entro la corona, cui si intrecciano l’infula e la vitta tipiche dell’acconciatura muliebre, tramanda il nome della virgo vestalis Cossinia, figlia di Lucio; al di sotto, forse aggiunto in un secondo tempo, è il nome del familiare dedicante L. Cossinius Electus. Nel retro sono incisi due esametri, viva testimonianza della fama popolare di cui la sacerdotessa, di antica e nobile famiglia tiburtina, morta ultrasettantenne per essere rimasta devota al culto di Vesta oltre il dovuto, godette: Undecies senis quod Vestae paruit annis, / hic sita virgo, manu populi delata, quiescit. / L(ocus) d(atus) s(enatus) c(onsulto) (Qui sepolta riposa la vergine, per mano del popolo trasportata, poiché per sessantasei anni fu devota a Vesta. Luogo concesso per decreto del senato). La pregevole ara in marmo della vestale (inizi I sec. d.C.), inscritta e decorata con una corona di quercia e con i simboli funerari dell’urceus e della patera, è stata sottoposta – a cura della Soprintendenza – a un complesso intervento di pulitura tuttora in corso. L’ara appariva, infatti, notevolmente degradata a causa di ripetuti atti di vandalismo e di un’antiestetica patina biologica che ne deturpava con striature nerastre la candida superficie soprattutto sulle cornici e sul coronamento pulvinato. La pulitura, di tipo meccanico (con bisturi) e chimico (con utilizzo di biocida) ha consentito di eliminare le infestazioni biologiche e di cancellare quasi interamente le scritte tracciate con inchiostro indelebile, purtroppo penetrato in profondità. Il restauro si concluderà riattaccando piccole schegge prodotte da colpi inferti e con la stesura di un protettivo antigraffio e anti-imbrattamento. Il restauro dell’ara è stato effettuato da Patrizia Cocchieri e Barbara Caponera dell’Istituto autonomo Villa Adriana-Villa d’Este, con il coordinamento del direttore Andrea Bruciati e per la Soprintendenza, della soprintendente Alfonsina Russo e di Zaccaria Mari.
Gli eventi. Ai problemi interpretativi posti dalla tomba e alla figura della sacerdotessa, inquadrate nel massimo sacerdozio femminile della religione romana attestato nell’Urbe e in altre città, sarà dedicata la mostra “Tivoli e la vestale Cossinia” presso il Museo di Tivoli. Già nel giorno della riapertura si è tenuta una suggestiva rievocazione con le vestali curata dall’associazione Gruppo storico Publio Elio Adriano.
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