Abbiamo sentito Tommaso Cuneo, chitarrista, autore, polistrumentista romano, attivo professionalmente dal 2000, presto ospite anche a Radio Kaos Italy, Roma.
Ami, affronti il genere americano-alternative country, ti ispiri ai maestri del genere come Wilco, Bob Dylan, Tom Petty, Band of Horses. Come nasce la tua passione musicale e quali sono gli artisti che maggiormente influenzano le tue scelte, oltre ai citati?
“Inizio ad avvicinarmi alla chitarra verso gli 11 anni e poi continuo aggiungendo altri strumenti, iniziando a comporre. Ho ascoltato e ascolto tutt’oggi vari artisti: Miles Davis, Joni Mitchell, Lucio Battisti ed altri sia noti sia sconosciuti o meno noti, artisti che ho incontrato ascoltandoli in strada o piccoli locali”.
Quando non componi, che musica ascolti e ti piace leggere? Quali libri hai letto?
“Mi piace molto anche Paco De Lucia. La lettura mi piace molto, ultimamente ho letto biografie di artisti, ad esempio quella di Johnny Cash, artista incredibile”.
Come nasce Cordelia e perchè la scelta di questo nome di donna, ispirato a un’opera Shakespeariana? Di cosa tratta il testo e come nasce?
“Cordelia è una ragazza che viene descritta nel testo ma la canzone è anche una riflessione su come gli incontri che facciamo nella vita possano farci decidere di cambiare o di farci rimanere come siamo, dunque l’incontro con l’altro ci aiuta a conoscerci meglio”
Una domanda che faccio spesso agli artisti, qual è il prezzo da pagare per fare musica, quali difficoltà incontri o hai incontrato?
“Ci sarebbero da dire tante cose ma ora non mi va di parlare di cose poco piacevoli. Per alcuni anni a Roma c’è stato un servizio ben fatto , dove in alcune sale prova, se il gruppo musicale era under 35, l’affitto della sala era gratis, le spese le pagava il Comune. Poi questo servizio è stato tolto per mancanza di fondi, sembra, dicono. Secondo me ci vogliono maggiori iniziative del genere. Fare musica è un lavoro, ha delle spese come tante altre attività”.
Credi nei Talent? Sono trappole o reali possibilità di visibilità e successo? La gavetta ha ancora un proprio peso specifico per affrontare tutta l’arte, la musica in particolare?
“La gavetta vuol dire lo studio innanzitutto e poi anche l’esibirsi in varie occasioni per fare esperienza e suonare con gli altri, è importante, certamente”. I talent non li seguo, se avessi la possibilità ci andrei per il discorso della visibilità, mi riferisco a The Voice o ad X Factor.
Utilizzi i social per il tuo percorso artistico? Che rapporto hai con il virtuale?
“Si, li uso per condividere le mie canzoni o comunicare i miei concerti, o ascoltare musica di altri e essere informato su eventi”.
Chi èTommaso, cosa vuole raggiungere con la propria musica? Cosa ti aspetti dal tuo percorso musicale e in ultimo, c’è una chiave per il successo? Sempre capire cosa significhi il successo:
“La chiave per il successo non saprei, io intanto vorrei che la mia musica fosse ascoltata dal maggior numero di persone possibili, vedere il riscontro, vedere se piace”.
Ultima domanda: ogni persona ha un momento proprio, sentito. Quali sono per te le ore migliori per scrivere? Da dove attingi le tue storie, dal tuo vissuto, dall’ascolto degli altri, dagli incontri di vita?
“Attingo da tutte le cose che hai elencato, anche se i testi non sempre li scrivo io, alcuni sono del mio amico Rupert Cheek.
Un momento migliore è il pomeriggio per me”.
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