Guidonia / TMB, la nuova domanda dell’associazione Cittadini per Fonte Nuova è Nostra al sindaco Barbet

In Ambiente & Territorio, Primo Piano da Redazione Commenti

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Alla prima non è arrivata nessuna risposta. Continua a porre domande al sindaco di Guidonia l’associazione Cittadini per Fonte Nuova è Nostra. L’argomento è quello caldo di questi giorni, quello del TMB all’Inviolata. Il nuovo comunicato mette sul tavolo la questione del vincolo. “E’ vero quello che asserisce la Regione Lazio nella Determina di chiusura del procedimento autorizzativo del TMB del 15 gennaio scorso, ovvero che, in merito al Vincolone Mibact di interesse archeologico, procedimento concluso a settembre del 2016, il Comune di Guidonia non ha adempiuto alla pubblicazione di tale vincolo e quindi per la Regione Lazio non è stato possibile applicarne i criteri di salvaguardia?”. Questa è la domanda posta dall’associazione di Donatella Ibba. Un fatto, quello della pubblicazione, che viene ricordato anche dalla relativa delibera del Mibact, che testualmente recita “La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale provvederà alla trasmissione al Comune di Guidonia Montecelio (RM) del numero della Gazzetta Ufficiale contenente la presente dichiarazione, unitamente alla relativa planimetria, ai fini dell’adempimento, da parte del Comune interessato, di quanto prescritto dall’ art. 141, co. 4 del d.lgs.vo n. 42/2004 e ss.mm.ii.”.

L’associazione prosegue la cronostoria sulla vicenda dell’impianto. “Con il parere positivo all’impianto mai revocato in atti di conferenza di Regione Lazio, sarebbe la seconda contraddizione posta in essere dall’attuale maggioranza del comune di Guidonia, che certo non ha aiutato a delegittimare l’errata dislocazione del TMB”.

Una inosservanza di pubblicazione che per la Ibba incide non solo sul TMB, ma anche sulla discarica e sulla ormai nota falda inquinata all’Inviolata. Il riferimento è ancora quello della delibera del Mibact, che ratifica – se fosse pubblicata – il divieto di

“…ampliare o riaprire il sito della discarica esistente, sulla quale potranno essere eseguiti solo lavori di rinaturalizzazione e ripristino paesaggistico, previa autorizzazione di questo Ministero. Nell’area della discarica in dismissione e nelle aree ad essa circostanti, inoltre, non potranno essere realizzati volumi. Non si potranno altresì, nelle stesse aree, esercitare attività che comportino il deposito di consistenti accumuli di detriti e/o di materiali di scarto, se non per motivi strettamente necessari alla bonifica del sito;

– effettuare arature o movimenti di terra per un raggio di l 00 m a partire dal centro dei siti archeologici con complessi monumentali e ruderi emergenti, corrispondenti ai numeri 8, 12-13, 15, 17, 22, 25, 28, 33, 35-37, 39-40,42-43, 47, 49, 53, 63,69-70, 73, 78, 80, 86-87, 90-91 , indicati nella planimetria inclusa nella “Relazione generale…”. Un qualcosa di decisamente lontano dalla sola idea di un TMB. Peggio ancora, di un TMB che sembra essere prossimo a entrare in azione.

 

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