Fino al dicembre 2024. A partire da quando ancora non è dato saperlo, anche se voci raccontano di un avvio non così lontano. E’ stata pubblicata la delibera del Consiglio dei Ministri del 22 dicembre che autorizza l’attività del Tmb all’Inviolata. “Il CdM non ha tenuto in conto, omettendola, l’Ordinanza della Cassazione che dichiara illegittima l’AIA regionale concessa all’impianto nel 2010”. Questo è il punto centrale della nuova analisi del Comitato Risanamento Ambientale, per un provvedimento che va a cozzare “contro il diritto e contro la volontà dei cittadini e del Consiglio comunale del territorio”. Una delibera dunque che il Cra rigetta in toto.
L’atto governativo – dopo una attesa lunga un anno e mezzo – va così a favore della Regione Lazio, all’interno del contrasto tra questa e il Mibact in merito al rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) al Tmb di Cerroni.
“Il risultato della delibera, nonostante una serie di tentativi, talvolta goffi, di legalizzare una procedura regionale viziata ab origine, il risultato non può non preoccupare sia gli amanti del diritto e del legalitarismo sia chi difende il proprio territorio da impianti inutili o abusivi e da aggressioni arroganti e forzature istituzionali”.
L’analisi del Cra parte dall’utilizzo fatta in sede di delibera della sentenza del Tar del Lazio dello scorso maggio, appellata dalle associazioni locali solo un mese fa davanti al Consiglio di Stato. “Un utilizzo in chiave riabilitativa dell’AIA regionale del 2010 al TMB di Cerroni, costruito in fretta e furia solo nel 2014, nel prezioso sito dell’Inviolata di Guidonia, e sottoposto poco dopo a sequestro giudiziario”.
I fari sono puntati sull’AIA. “Il CdM afferma che quell’Aia, seppur viziata nella procedura, ha fatto un periodo sufficiente di convalescenza, per cui non è più appellabile”. Il CRA evidenzia però una sorta di “dimenticanza” da parte del Governo. “L’organo a guida PD dimentica di citare, nella lunga esposizione di fatti ed atti relativi alla diatriba sul TMB di Guidonia, l’importante Ordinanza della Cassazione del marzo 2015, questa davvero inappellabile e definitiva, che ha giudicato illegittima l’AIA del 2010 concessa dalla Regione Lazio all’impianto cerroniano senza il parere, obbligatorio e vincolante, della Soprintendenza paesaggistica e del MIBACT. Come abbia potuto la stessa Regione firmare, nel luglio 2015, una variante non sostanziale di un’AIA illegittima, non ce lo spiega il buon Gentiloni”. In questo modo viene effettuata una sorta di sanatoria, e la Regione diventa improvvisamente “incompetente” in materia. “Peccato che il diritto amministrativo non lo preveda. L’impianto TMB è abusivo e tale rimane, non solo agli occhi dei cittadini e degli ambientalisti locali”. Nei fatti è lo stesso CdM ad aver rinnovato l’AIA al Tmb fino al dicembre 2024. “Siamo davanti a una nuova forzatura: il governo si è sostituito alle funzioni in capo alla Regione stessa, quelle relative al procedimento di rinnovo/riesame, previsto dalla legge, ai sensi del Dlgs 152/2006 è sottoposto a precise normative di riferimento”.
Recente è una nuova lettera del Supremo, stavolta al presidente della Repubblica, per salvare Roma dai rifiuti e svincolare perciò il Tmb di Guidonia.
Un quadro dunque complicatissimo, che racconta di un procedimento regionale di concessione della nuova AIA all’impianto tuttora aperto, di un ricorso promosso al Consiglio di Stato dalle associazioni sul quale l’organo deve ancora esprimersi, di un Tmb che è ancora sotto sequestro cautelativo da parte del Tribunale di Tivoli, della volontà contraria del consiglio comunale di Guidonia all’attivazione e della mobilitazione dei cittadini di Guidonia, Fonte Nuova e Sant’Angelo Romano. Un quadro al quale va ad aggiungersi il via del CdM a un impianto peraltro all’interno di un’area sottoposta a vincolo paesaggistico. Il governo ha tagliato il nodo di Gordio. E gli effetti non tarderanno ad arrivare.
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