Coop Guidonia. Il nuovo accordo con “Distribuzione Lazio” e la rabbia dell’USB Commercio: “I lavoratori subiranno una perdita secca di salario e di ore lavorate”

In In Evidenza, Primo Piano da Yari Riccardi

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Nasce “Distribuzione Lazio”, ed ecco le novità (non buone) per i lavoratori della Coop di Guidonia, situata al Tiburtino: la Cooperazione appalta a se stessa il punto vendita, dopo l’accordo firmato il 7 gennaio con CGIL, CISL e UIL.  “Una aggressione ai diritti e al salario dei lavoratori”. Non usa giri di parole il sindacato USB Commercio per definire la trattativa un “accordo della vergogna”. “La nascita della nuova società di capitali, chiamata “Distribuzione Lazio” – fanno sapere dall’USB – è il compimento della “ritirata strategica” di Unicoop Tirreno dalla regione, in continuità con quanto successo recentemente in Campania. Non è difficile prevedere che quanto successo a Guidonia tracci il futuro di tutti i punti vendita della regione Lazio”. Ma cosa comporta l’accordo per i lavoratori? “I lavoratori subiranno una perdita secca di salario e di ore lavorate; vedranno trasformarsi il contratto da part-time in modulare con la conseguenza di non poter programmare neanche la giornata successiva. L’accordo prevede inoltre la terziarizzazione di alcuni reparti e la consegna senza resa dei giorni festivi e domenicali, in completa gestione della parte datoriale”. USB è particolarmente critica nei confronti dei sindacati confederali, “sempre più complici e interni ad un sistema che sta dissanguando i lavoratori. Un accordo siglato esercitando la pressione del ricatto occupazionale demandata dall’azienda ai leali collaboratori Filcams Cgil, Fisascat, Cisl e Uiltucs Uil”. Accordo che palesa evidenti problemi, non solo rispetto al ruolo delle organizzazioni sindacali. Sotto accusa viene messa anche la cooperazione, che “palesa il deterioramento di un sistema in cui l’originario spirito di solidarietà e mutualità è stato sacrificato alla logica del mercato, della competizione e del profitto, alla pari delle imprese di capitale”. Scelte imprenditoriali in “controtendenza” con i valori sui quali si basa lo stesso concetto di cooperazione, che non guardano, molto spesso, alle ricadute sui lavoratori, oggetto delle trattative e spesso dimenticati. “A farne le spese, come al solito, sono i dipendenti – chiude USB – che in alcuni settori cooperativi sono sottoposti a lavoro in nero, precariato diffuso e assenza di sicurezza; ma anche i cittadini, a cui vengono restituiti servizi di pessima qualità. I fatti giudiziari che hanno investito il mondo cooperativo laziale in questi giorni ne sono la prova provata”. Accordo sbagliato, e quindi tempo di mobilitazioni, così rilancia l’Unione dei Sindacati di Base. “Salario e occupazione, queste le nostre priorità: siamo sicuri che i lavoratori, se vengono messi in condizione di scegliersi il proprio futuro, non si rassegnano alla politica della riduzione del danno ma hanno le qualità, l’energia e la determinazione per affrontare un percorso di lotta tesa alla salvaguardia dei diritti e del salario ed in grado di rigettare al mittente i piani industriali fatti sulla carne di chi lavora”. Perlomeno, sarebbe opportuna chiarezza: dovuta a circa 50 lavoratori che combattono per il proprio futuro, con pazienza e con orgoglio. E che non chiedono privilegi, ma solo e soltanto garanzie di un futuro, almeno chiaro nel senso di “definito”. Perchè da qui a un futuro stabile, l’impressione è che ce ne voglia ancora di tempo. E pure parecchio. Nei tempi del precariato mascherato da flessibilità, del resto, lo stesso concetto di tempo è messo sotto contratto. E quasi mai indeterminato.

http://www.romaest.org/news/07/2014/guidonia-la-coop-non-sei-piu-tu-la-rabbia-e-lorgoglio-dei-52-lavoratori-del-supermercato-al-tiburtino/

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