Rusconi Legit è una delle iscrizioni trovate su un reperto archeologico che più di un secolo fa, l’illustre studioso di origine Monitcellese donò al Piccolini, sabato 18 gennaio questa iscrizione ha dato il nome al convegno che si è tenuto al convento San Michele (con buone probabilità lo stesso luogo in cui avvenne il primo scambio tra Rusconi e Piccolini), in occasione di un’altra cospicua donazione: le sorelle Bollea, eredi di questo insigne studioso, forse poco noto ai giorni nostri, ma molto citato e ben in vista all’epoca delle sue pubblicazioni, hanno infatti deciso di regalare tutto ciò che è stato rinvenuto di questa collezione archeologica tanto ricca quanto importante.Un’intera giornata potrebbe sembrare troppa, per chi non è appassionato o si intenda di archeologia, ma durante tutto l’evento, forse proprio perché dinanzi a reperti provenienti da un passato preistorico, il tempo sembrava rallentare e, nonostante la passeggiata mattutina nei vicoli del borgo di Montecelio, nonostante il convegno sia durato circa un’ora in più di quanto previsto dal programma, il museo Civico Archeologico Rodolfo Lanciani ha registrato il pienone con circa un centinaio di visitatori accorsi per l’evento e letteralmente catturati dalle spiegazioni degli esperti.Non tragga in inganno il carattere prettamente scientifico della giornata, perché oltre ad una rilevanza scientifica, la donazione e la fruibilità della collezione Rusconi è di fatto un evento di grande importanza per tutta la comunità di Montecelio, in primis, e dell’intero comune che potrà ampliare esponenzialmente l’offerta culturale ai cittadini e a suoi eventuali visitatori.Ad aprire il convegno sono stati gli interventi delle autorità: per primo il sindaco Eligio Rubeis, ha ringraziato Elena e Letizia, le figlie di Ida Fedeli Bollea, con un omaggio floreale che per ammissione del primo cittadino, “è del tutto simbolico vista l’impossibilità di paragonarlo con la generosa donazione fatta dagli eredi diretti di Rusconi”. Sempre il sindaco ha poi aggiunto “la piacevole sorpresa di aggiungere una figura così importante, finora sconosciuta, all’elenco di chi ha fatto grande il nome di Guidonia”. A seguire la soddisfazione dell’assessore all’ambiente Andrea Di Palma che dopo aver anche lui ringraziato tutte quelle persone che “prima di oggi si sono occupate di proteggere questo patrimonio” riferendosi in particolar modo al gruppo archeologico di Montecelio, ha poi sottolineato “l’importanza di strumenti in grado di far affermare la nostra cittadinanza con maggiore consapevolezza e orgoglio, considerando che il più delle volte siamo abituati a definirci abitanti di vicino Roma, o al più vicino Tivoli!”. Simpatico il siparietto con cui l’assessore ha provato a citare in dialetto ciò che spesso il Rusconi aveva sentito dire dei suoi reperti, dovendo infine farsi aiutare da un amico locale presente in sala. Anche Ugo Benini rappresentante dei gruppi scout Agesci della Zona, è intervenuto tratteggiando con grande efficacia “quel ponte che unisce il nostro passato e che non può finire nel dimenticatoio, con quel futuro in cui i giovani di oggi potranno essere orgogliosi di appartenere al nostro comune” sottolineando infine “di educare attraverso la testimonianza di esempi illustri come quelli Don Rusconi e Rodolfo Lanciani”.Il convegno a cui i visitatori hanno assistito dopo la cerimonia di rito è stato molto interessantegrazie ai vari interventi preparati dagli studiosi Zaccaria Mari, Vincenzo Pacifici, Luca De Santis, Marco Giardini, Eugenio Cerilli, Maria Teresa Petrara e Valentina Cipollari: ricchi di contenuti e volti ad ampliare la descrizione della collezione, della sua importanza e del ritratto del Rusconi studioso. Particolarmente curioso l’intervento di Maria Sperandio che ha saputo indagare su questo personaggio restituendoci molte sfaccettature: apprezzato a livello accademico ma discusso sia come insegnante che come rappresentante della curia, nonostante alcune vicissitudini lo videro, prima sollevato dal suo incarico e poi riproposto per mancanza di valide alternative, è emblematica la sua richiesta scritta di proseguire nel suo compito di insegnante, con l’unica condizione di essere dispensato dal dovere di celebrare la messa. Insomma una figura controversa all’interno di un contesto sociale, culturale e religioso sicuramente molto diverso da quello attuale.Con un pizzico di ritardo nella scaletta si è arrivati ad un piccolo buffet e dunque alla conclusione curata dalla compagnia
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