Per il Consiglio di Stato Eligio Rubeis è incompatibile “retroattivo”. Il massimo grado della giustizia amministrativa, nel caso Consorzio dell’inviolata srl contro amministrazione comunale e Cer immobiliare srl (la storia del collettore fognario al posto del depuratore, decisa dall’amministrazione e già oggetto di un parere del Tar) ha stabilito in via definitiva un principio giurisprudenziale destinato a pesare sulle classi dirigenti future di questa città e non soltanto. Per la prima volta una sentenza, è stata depositata lo scorso 23 dicembre, riconosce in via estensiva la condizione di incompatibilità per un amministratore che abbia espresso un parere in questa veste, in contrasto, vero o presunto, con incarichi di natura professionale o imprenditoriale svolti non solo nel contingente, ma anche in un passato prossimo o remoto, anche quando non ricopriva nessun incarico di tipo amministrativo o istituzionale. La lettura estensiva che i giudici hanno dato di una loro sentenza, interpretata già dal Tar in prima istanza, arriva pienamente ad affermare il principio della potenziale incompatibilità “retroattiva”, che ad oggi potrebbe colpire consiglieri comunali o assessori che a vario titolo abbiano avuto un interesse professionale o economico anche solo potenzialmente legato a questioni in via di approvazione in Consiglio comunale o in Giunta. Per ricordare cosa accadde: l’amministratore unico del Consorzio edilizio Inviolata Srl, Paolo Morelli, portò davanti ai giudici amministrativi del Tar una richiesta di annullamento di una delibera di Giunta, sollevando l’incompatibilità del sindaco, che nella veste di architetto, ai tempi nei quali non era ancora sindaco, aveva collaborato all’analisi statica per un progetto edilizio riconducibile alla Cer immobiliare di Bartolomeo Terranova. Nella sostanza, l’amministrazione aveva deciso l’installazione di un collettore di raccordo alla rete fognaria, su un terreno di proprietà del Consorzio edilizio Inviolata srl, che servisse il complesso residenziale realizzato proprio dalla Cer immobiliare srl. <Prendo atto di quanto il Consiglio di Stato ha stabilito per me, in questo caso, e per tutti gli altri casi analoghi, che a questo punto potrebbero verificarsi. Resto con una serie di perplessità, però, che mi impediscono di comprendere quale interesse avrebbe dovuto influire su una scelta che io continuo a difendere. Raccordare quell’intervento edilizio, già autorizzato, con la rete fognaria, continua a sembrarmi la cosa più logica – ha dichiarato Rubeis, commentando la sentenza – Non vedo quale connessione può esserci con l’aver partecipato in sub affidamento all’analisi statica di alcune parti di quel complesso residenziale, molti anni fa, per un rapporto professionale conclusosi all’epoca. Né, e non lo dico io, ma i giudici dopo un’analisi approfondita, può ravvisarsi un vantaggio a favore dell’imprenditore che quel complesso lo realizzava. Chi continuerà a sostenere il contrario, strumentalizza la giustizia a fini politici, dichiarando il falso. E veniamo alla seconda parte del provvedimento del Consiglio di Stato, su questo mi corre l’obbligo di soffermarmi, visto che concretizza un danno per il Consorzio dell’Inviolata, in ragione del fatto che quella votazione di Giunta non ci sarebbe neanche dovuta essere. Questa è la parte che in realtà mi rammarica di più, perché mi risulta davvero difficile accettare che sottovalutazioni così macroscopiche arrivino dai miei dirigenti, per giunta quelli fiduciari, che ho scelto, o meglio quelli che ho deciso di mantenere in un ottica di continuità amministrativa, perché selezionati dalla precedente amministrazione, da Filippo Lippiello sindaco, in virtù di comprovate capacità professionali – ha continuato il sindaco di Guidonia Montecelio – È scritto nero su bianco nella sentenza che quel provvedimento non poteva costituire materia di decisione della Giunta comunale, bensì configurandosi come una variante urbanistica, seppur puntuale, avrebbe dovuto essere discussa dal Consiglio comunale. Sono fortemente convinto che le competenze che l’Ente paga devono essere all’altezza delle aspettative e sarà quindi necessario valutare con attenzione le cause di questo errore, per ricondurre in capo a chi ne è responsabile tutte le conseguenze, comprese quelle economiche. Io sono un tecnico, è vero, ma le vie e la natura stessa degli atti amministrativi, mi sarebbero dovute essere indicate da altri. Alla luce di tutte queste circostanze però credo sia ancora un mio diritto prendere le distanze e circostanziare una vicenda, per smettere di essere trascinato in questioni che non mi appartengono. Io faccio l’architetto, è noto, ma non l’imprenditore. Gli interessi economici che vedono contrapposti l’ex sindaco Filippo Lippiello, socio in altri affari con il Morelli, comproprietario dei terreni del Consorzio edilizio Inviolata srl, e Bartolomeo Terranova della Cer immobiliare, non mi possono e devono riguardare. È una lotta che non mi appartiene, che si svolge su altri piani e si origina, appunto, da un conflitto che è addirittura estraneo al territorio che amministro, una battaglia che si protrae da anni, devo ritenere a causa della competizione sull’utilizzo dell’acqua termale sulfurea. È per questo che trovo marcatamente fuori luogo i tentativi con cui Filippo Lippiello ha costruito in questi anni una risibile campagna mediatica, per calamitare l’attenzione a suo favore in un conflitto privato tra due imprenditori. Io faccio il sindaco, prendo in coscienza decisioni anche difficili, tenendo sempre come obbiettivo l’interesse pubblico dei miei cittadini, senza essere, e lo dico senza paura di essere smentito da nessuno, partecipe di alcun interesse privato> ha concluso Rubeis.
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