A partire dal 25 gennaio “tutti i rifiuti di Roma, Fiumicino, Ciampino e dello Stato della Città del Vaticano dovranno essere trattati negli impianti esistenti nel Lazio” perché “nella regione c’è capacità sufficiente” per risolvere il problema dell’emergenza e per non mandare più in discarica i rifiuti non trattati. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, nel corso di una conferenza stampa al ministero, in cui ha illustrato il decreto sulla gestione dei rifiuti della capitale, pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale e in vigore da domani. Il decreto, in attuazione di quanto disposto dalla legge di stabilità di fine anno, punta a forzare le tappe sul riciclo e sul recupero di materia prima e di energia, a realizzare il pieno utilizzo della capacità produttiva degli impianti di trattamento meccanico-biologico del Lazio, alla gestione integrata secondo le direttive europee e le leggi italiane. “Mi aspetto delle battaglie”, dice Clini, ma se le istituzioni locali non applicheranno il decreto rifiuti di Roma “si rischia di fare gli interessi della malavita e far vincere l’illegalita’”. Inoltre il decreto, ha aggiunto Clini, “impegna le autorità locali preposte alla gestione dei rifiuti e in caso di loro inadempienza interverrà il commissario”, incarico per il quale è nominato il prefetto Goffredo Sottile. In base al decreto, inoltre, le autorità competenti dovranno provvedere a completare entro il 15 febbraio le procedure di autorizzazione degli impianti di trattamento meccanico-biologico nella regione Lazio. Decorso inutilmente questo termine, sarà il commissario a provvedere entro i trenta giorni successivi ad adottare i necessari provvedimenti. E ancora, il decreto, ha spiegato Clini, entro quindici giorni diffida le autorità competenti e le imprese a rendere operativo entro il 30 gennaio il piano per la raccolta differenziata nel comune di Roma, predisposto da Ama e Conai. Anche in questo caso Clini ha riferito che in base alla norma se non scatterà nei tempi previsti il piano di raccolta differenziata a Roma nei successivi trenta giorni saranno adottati i necessari provvedimenti. Stessi termini per le misure necessarie a favorire il recupero energetico dei rifiuti. “Il decreto -ha sottolineato Clini- scavalca la vecchia normativa riguardo le scelte della province di Roma e apre nuovi orizzonti per la gestione dei rifiuti della capitale”. La capacità di trattamento dei rifiuti nella regione Lazio è stata calcolata in base a numeri ufficiali, forniti dalla Regione e, ha sottolineato Clini, trasmessi al ministero dell’Ambiente il 24 dicembre scorso. Pertanto, ha continuato il ministro, “se sono ritenuti sbagliati ne dovrà rispondere chi li ha comunicati”. Stando quindi ai dati relativi agli impianti relativi agli impianti meccanico-biologico aerobico la potenzialità residua di trattamento nella regione è pari a oltre 930mila tonnellate l’anno da impianti esistenti, a fronte di una produzione di 1,8 milioni di tonnellate l’anno di rifiuti a Roma, cui si aggiunge un 30% di raccolta differenziata che riduce a 1,3 milioni di tonnellate l’anno i rifiuti della capitale. “La procedura parte da domani, in parallelo sarà ancora usata Malagrotta ma, per gli effetti di questo decreto e stando così le attività degli impianti esistenti, entro sessanta giorni si potrà tornare a regime”, ha detto il ministro. “Sulla base dei numeri, lavorando con questo programma che utilizza quindi impianti esistenti e la loro piena capacità, nei prossimi tre mesi dovremmo avere la dimensione reale di ciò che serve a Roma, non è quindi necessario far partire adesso i lavori per Monti dell’Ortaccio”, ha aggiunto ancora Clini.
Il decreto sui rifiuti di Roma impegna quindi direttamente le autorità locali preposte alla gestione e, ha ribadito il ministro Clini, in caso di loro inadempienza interverrà il commissario, considerando che la procedura di infrazione 2011-4021 riguarda in particolare il conferimento in discarica di rifiuti non trattati. Nel dettaglio, le autorità competenti hanno quindi in via prioritaria il compito di raggiungere la piena utilizzazione degli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani esistenti nel Lazio che hanno una capacità autorizzata residua di trattamento, di completare le procedure in corso per l’autorizzazione degli impianti e di favorire il recupero energetico dei rifiuti urbani. In generale le autorità locali dovranno ridurre il quantitativo dei rifiuti urbani avviati a smaltimento attraverso il pieno utilizzo degli impianti esistenti nel lazio. Per quanto riguarda la città di Roma dovrà essere reso operativo il piano per la raccolta differenziata nel comune sottoscritto da Ama e Conai il 30 giugno scorso. Il decreto prevede quindi tempi molto stringenti per evitare che si determini un’emergenza rifiuti nelle capitale e nello stesso tempo anche per prevenire le sanzioni connesse alla procedura di infrazione europea.
“Il percorso e le misure individuate dal decreto consentono di allineare la gestione dei rifiuti di Roma e del lazio alle direttive europee e alle leggi nazionali, utilizzando al meglio gli impianti che esistono e che sono programmati nella regione”, ha spiegato Clini. “L’attuazione completa del decreto consentirà di riconsiderare la proroga di Malagrotta e la realizzazione di una discarica provvisoria a Monti dell’Ortaccio, perché gran parte delle ragioni che hanno portato a queste decisioni saranno superate dai risultati del decreto e – ha proseguito il ministro – secondo il decreto solo in caso di necessità, e limitatamente alle quantità che risulteranno dopo il riciclo e la piena utilizzazione degli impianti, potrà essere considerata la possibilità di individuare aree idonee per discariche”. “Le amministrazioni – ha concluso – devono seguire le indicazioni del decreto: se non le seguono saranno inadempienti e quindi sanzionabili e si tratta di sanzioni penali”.
Al ministro, ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno, “abbiamo sottolineato la necessità di fare una valutazione complessiva del ciclo dei rifiuti nella Provincia di Roma, e questo può evitare di esportarli fuori dalla Provincia, magari con un trattamento che per un certo periodo può essere fatto nell’ambito della regione ma avendo l’autosufficienza della Provincia di Roma”. Lo ha affermato il sindaco di Roma Gianni Alemanno al termine del vertice avuto con il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, sul decreto rifiuti di Roma. “E’ necessario pero’ che il commissario, con i suoi nuovi poteri, possa fare questa verifica. E io sono convinto -ha spiegato Alemanno- che se avviene questa verifica fino in fondo si può evitare Monti dell’Ortaccio. Nel frattempo si stanno facendo tutte le valutazioni sulla possibilità per trattare i rifiuti evitando di esportarli fuori dalla regione”. Il sindaco di Roma ha quindi voluto chiarire “un equivoco”. “Alle altre province del Lazio -ha detto ancora Alemanno- si chiede solo di trattare rifiuti ma questo verranno smaltiti nella provincia di Roma e, in particolare, nel primo periodo, a Malagrotta”.
“Le amministrazioni hanno otto giorni per verificare la capacità degli impianti altrimenti interverrà il prefetto con i poteri sostitutivi – ha detto la presidente dimissionaria della Regione Lazio, Renata Polverini – . Questa è una strada senza ritorno e oggi si mette in moto il meccanismo che dovrebbe portare alla chiusura definitiva dell’emergenza”.
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