Setteville Nord. Onde elettromagnetiche con relativa antenna a 50 metri dalle case: il comune di Roma autorizza, e Guidonia subisce (ancora)

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Immaginate di attraversare la strada. E di trovarvi una bomba a orologeria. Non di quelle che esplodono e distruggono, ma di quelle più infide e perfide, che stanno lì buone buone e logorano i nervi con l’attesa che succeda qualcosa. Nessun botto, piuttosto un continuo e invadente “bombardamento”. Non parliamo di una scena di un film di guerra, e non ci sono bombe. Ci sono ordigni potenzialmente pericolosi che, semplicemente, non dovrebbero essere dove sono ora. Perché l’antenna/ripetitore all’incrocio tra via Valle Dell’Aniene e via di Marco Simone, a Setteville Nord, proprio non ci dovrebbe stare. Certo, nessuna conseguenza per il comune di Roma, che autorizza quello che vuole all’interno del suo territorio: autorizzazioni che, nel caso di fattori dannosi e inquinanti, si tende a dare ai confini del comune. E, guarda un po’, dopo il Casilino 900, dopo gli sfasciacarrozze, stavolta tocca a una potenziale “bomba” elettromagnetica. Andiamo con ordine.  I lavori per l’antenna hanno inizio prima di Natale, e, assicurano i membri del comitato che si sta costituendo per portare avanti le proteste, non si sono mai fermati, neanche di notte. Viene da sé che l’antenna è pronta, almeno a livello strutturale, in pochi giorni: sotto le feste pochi se ne rendono conto. Ma i primi giorni di gennaio è evidentemente sotto gli occhi di tutti. A Roma, ma lontana chilometri dalle prime abitazioni. Al contrario, esattamente di fronte a Setteville Nord. Di fatto, dentro Setteville Nord. Scattano ovviamente i primi studi da parte dei cittadini e le prime organizzazioni spontanee. Nella mattina di sabato 21 gennaio l’inizio della raccolta firme da parte del comitato. “Abbiamo in mente – ha spiegato Antonello Polidori, uno dei principali promotori – azioni congiunte tra il comune di Roma e quello di Guidonia. Quello che è certo è che qui questo ripetitore non ci può stare”. Per un motivo molto semplice: “il congegno è posizionato senza tenere conto del raggio d’azione dei lobi di irradiazione dell’antenna, con le prime case a 50 metri – anche meno – dagli elementi radianti. Spesso alla stessa altezza di questi”. Questo è quello che ha spiegato Settimio Grimaldi, abitante di Setteville Nord e studioso del CNR. Affermazioni ancor più valide se pensiamo che è lo stesso Ministero della Salute a confermare che sotto certe condizioni – e l’antenna in questione le rispetta tutte – i ripetitori non possono essere posizionati. Ma evidentemente chi ha concesso l’autorizzazione a costruire l’orrore in questione tutte queste cose non le sa. O fa finta di non saperle. E quindi non ricorda nemmeno il principio di precauzione e massima cautela, in base al quale in caso di dubbio è preferibile evitare rischi. E qui, di dubbi, ce ne sono una marea. E non potrebbe essere altrimenti: l’antenna è dentro Roma, ma praticamente a Guidonia. Ed è davvero il caso di porre rimedio. “Faremo pervenire – ha chiuso Grimaldi – al tribunale competente la sospensiva con opportuni documenti. Solo così ce la potremmo fare”. Giova ricordare che in questi casi ricordare che due volte su tre, in questi casi, del tutto inspiegabilmente, le sentenza sono tutte a favore delle aziende che gestiscono le antenne. Antenne che entrano nelle case, con le loro onde, in maniera infida. Non chiedono il permesso. Agiscono e basta. E allora è doveroso dire no. E fare in modo che non accada più. Questa, decisamente, una vana speranza.

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