Al teatro di Dario Vittori di Montecelio l’evento era di quelli imperdibili, e infatti tra il pubblico più che numeroso c’erano spettatori di ogni età. La tribute band I Compagni di Cella ha onorato al meglio la ricorrenza del 11 gennaio: tredici anni fa si spegneva a Genova uno dei più grandi cantautori della storia italiana. Il programma della serata intitolata Faber_Memento prevedeva una mostra fotografica aperta al pubblico a partire dalle ore 19.30 e a partire dalle 21.00 un esibizione live de I Compagni di Cella di alcuni dei brani più conosciuti di Fabrizio De Andrè. Lo ammetto, sono di parte e mi riesce difficile parlare in termini oggettivi di un autore come il grande De Andrè ma c’è di innegabile che ieri sera tutto il pubblico è uscito soddisfatto dal piccolo, ma accogliente, Teatro Vittori. Sicuramente definire De Andrè cantante o poeta è riduttivo in tutti e due i casi e quindi evidente che ognuno in cuor suo aveva degli ottimi motivi per lasciarsi cullare tanto dalle note quanto dalle parole di un artista a tutto tondo. Quindi sarebbe inutile scrivere cose già dette o peggio ancora parlare retoricamente della valenza socioculturale di eventi di questo tipo; ci sembra comunque doveroso elogiare l’Associazione Ombra del vento e la Cooperativa Alternata Silos che hanno meticolosamente realizzato questo bell’evento patrocinato dall’Assessorato alla cultura. Fa però estremamente piacere notare come sia stata ben accolta una proposta di questo tipo dal pubblico. Come accennato prima si trattava di un pubblico molto eterogeneo ed è difficile stabilire se ci fossero più giovani o adulti e così bastava un occhiata alle poltrone per vedere sia chi di De Andrè ne aveva assaporato la crescita, sia chi tutt’ora ne apprezza la contemporaneità. La mostra fotografica non troppo grande ma significativa introduceva i visitatori in una realtà vicina, quasi confidenziale, a cui De Andrè in realtà non amava troppo esporsi, ma si tratta solo di un piccolo passo in confronto alla capacità dei testi delle canzoni di immergersi nella quotidianità della gente; così un immagine come quella di De Andrè ancora dodicenne, oppure dei suoi testi scritti a mano su semplici fogli rendono l’idea della semplicità con cui riusciva, attraverso la poesia, a “dipingere” immagini, sensazioni e sentimenti. Sulla stessa scia la performance dei Compagni di cella, questo il nome della tribute band capitanata da Luigi De Bonis, ha riproposto al pubblico i suoi pezzi senza stravolgimenti, interpretazioni o arrangiamenti particolari: con puntualità e semplicità; né tantomeno il palco offriva spunti scenici: musica e parole sono state le uniche protagoniste di una serata che non chiedeva altro. Ciò non toglie nulla, anzi semmai avvalora, il giudizio critico sull’esibizione della band: il livello dell’esecuzione è stato molto alto, considerando che alcuni arrangiamenti musicali pensati allora dalla P.F.M., non hanno subito stravolgimenti né storpiature. Davvero di rado qualche piccola sbavatura sarà stata notata solo da chi ascolta puntualmente questa musica. Gli applausi più che meritati infatti hanno reso omaggio sia alla memoria di Faber ma anche alla bravura di questi musicisti che hanno suonato per oltre due ore sapendo anche coinvolgere il pubblico. Oltre al già citato De Bonis, cantante, i complimenti vanno dunque a Marco Sabatini alla tastiera, Nicola Fornari alla chitarra, Luciano Del Dotto al basso, Federica Valentini al flauto traverso, Daniele Sperandio alla batteria e infine ma non meno importante Emilia Cerrato come voce femminile. Ripeto e concludo: imperdibile. E se proprio ve lo siete persi eccovi le foto realizzate dalla fotografa dell’associazione Ombre del vento, Maria Antonietta Cardea (www.maryrougephotoart.com).
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