Discarica di Corcolle/San Vittorino. Il MIBAC a gamba tesa su Regione e Prefetto: “Nell’area presenti vincoli archeologici”. Parlati: “Parere che pesa come un macigno”. Innocenti: “Quali interessi si cerca di favorire?”

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Giornata forse non decisiva, di certo campale per la discarica di Corcolle/San Vittorino, che tanto e giustamente sta facendo discutere e che continuerà a farlo, a maggior ragione dopo gli ultimi avvenimenti. Una doverosa premessa la fa Gianni Innocenti, presidente di Legambiente Tivoli. “Dopo l’intervista di Report al Commissario straordinario apparsa ieri sul sito del Corriere della Sera e la lettera del Ministero dei Beni Culturali, il minimo che  ci sembra di poter dire è che l’approssimazione con cui si è fatta la localizzazione lascia sconcertati. Chi governa la regione Lazio dovrebbe utilizzare prudenza e buon senso ma in questo caso si continua a preferire superficialità ed arroganza. Chi ha fatto le ricognizioni non ha evidentemente consultato Leggi regionali e carte topografiche allegate ma soprattutto non ha fatto un sopralluogo”. Non lo scopre certo ora Innocenti, da ambientalista scrupoloso e preparato quale è sempre stato, e non ci stupiamo più di tanto nemmeno noi, abituati alle manovre da sempre “bizzarre” di chi fa affari con l’economia, di chi dice sì alle discariche, di chi nega l’evidenza di un impatto ambientale senza dubbio poderoso portato da tonnellate di rifiuti. Ma, a quanto pare, da oggi lo scopre pure la Regione Lazio che sull’area di Corcolle la discarica proprio non si può fare. O meglio, non si potrebbe.
La gamba tesa “benedetta” del MIBAC su Regione e Prefetto. E già, perché ci sono dei vincoli. Alla Regione e al prefetto di Roma Pecoraro lo comunica il Ministero dei Beni Culturali – con toni che non lasciano alcuno spazio a interpretazioni – con una lettera inviata dalla Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Lazio ai due mittenti che abbiamo citato sopra, e alle associazioni che avevano avanzato la richiesta di precisazione sulla presenza di vincoli archeologici sul territorio di San Vittorino-Corcolle destinato a ricevere la discarica. Il contenuto della lettera parla di numerose denunce pervenute alla Direzione e alle sue agenzie distaccate per il futuro sito che ospiterà parte dell’immondizia romana, denunce che raccontano “anche di un avvenuto decreto di occupazione temporanea dell’area ai sensi dell’art. 49 del DPR 327/2001”. Il documento rende nota  anche la richiesta del Parlamento al Ministro di riferire in aula della questione. E fin qui nulla di preoccupante per chi vuole l’immondizia di Roma accanto alle mura della Villa di un imperatore romano. I dolori – speriamo, naturalmente – arrivano nella terza pagina del documento. Per prima cosa il ministero fa notare di non aver “ricevuto nessun progetto ai sensi del D.Lgs. n. 42/04 e s.m.i.”, e poi elenca tutti i vincoli presenti nell’area in questione. E non sono pochi. E neanche irrilevanti. “La zona è situata immediatamente a ridosso dei limiti della <<buffer zone>> a protezione del sito Unesco di Villa Adriana, ricadente nel comune di Tivoli (…) a sua volta ricca di testimonianze archeologiche e che per tale motivo è stata sottoposta a vincolo archeologico-paesaggistico con D.M. 06/08/01 (via Pomata – Colle Cesarano) ai sensi dell’articolo 142, comma 1, (lettera m) del D.Lgs. n. 42/04, il cui perimetro è interamente ricompresso all’interno del PTPR della Regione Lazio attualmente in adesione nelle aree di interesse archeologico di cui alla L.R. 24/98, art. 13 (Tavv. B e C)”. Basterebbe solo questo per mettere un punto. Invece c’è molto altro: c’è la vicinanza di Corcolle con la necropoli medio repubblicana di Gallicano, ovviamente pure questa soggetta a vincolo archeologico, e, vicino San Vittorino, la villa romana Grotta di Paris e Ponte Lupo, ma “tutta la zona risulta estremamente ricca di presenze storiche e archeologiche, come si evince da quanto è segnalato nella Carta dell’Agro Romano al foglio 18”. Così si chiude la lettera, firmata dal direttore generale Arch. Federica Galloni. Nulla di sotteso, o da interpretare. La discarica lì non ci può stare, Anzi, non ci deve stare. E non lo dicono gli ambientalisti, ma il Ministero dei Beni Culturali. Il concetto di “elefante dentro una cristalleria” rende bene l’idea di quello che potrebbe succedere se dovesse arrivare la mondezza dalle parti di Corcolle.
Le reazioni. Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, guarda già oltre la lettera del MIBAC, definendo “pesante come un macigno il parere del ministero che “nonostante non abbia ricevuto neanche un pezzo di carta sul progetto di discarica a Corcolle si è espresso chiaramente non lasciando spazio a dubbi sulla irrealizzabilità di una discarica in quel quadrante meraviglioso di Roma”. Di fatto una evidente bocciatura della coppia Polverini/Pecoraro da parte del ministero, “per questo ci auguriamo che venga scritta la parola fine a questa scellerata ipotesi. Gli errori di valutazione, come abbiamo detto sin dall'inizio, sono macrocoscopici tanto a Corcolle quanto a Riano. Fuori Corcolle aspettiamo che cada anche l'ipotesi di Riano. Per evitare di prorogare all'infinito Malagrotta o trovarsi i rifiuti per strada – conclude Parlati  –  è arrivata davvero l'ora di puntare su riduzione, riuso e porta a porta”. Sulla lettera si è espresso anche Gianni Innocenti, definendo il documento “una risposta a chi finora ha negato la presenza di interesse archeologico sull’area. In modo particolare Polverini ha più volte affermato, con convinzione, che non le risultavano presenze archeologiche sul sito. Continuiamo a chiederci come sia stato possibile scegliere di portare milioni di metri cubi di rifiuti a ridosso di un sito archeologico in via di scavo e identificazione (Pedum), a poche centinaia di metri da uno dei più importanti siti archeologici italiani (Villa Adriana), nell’ultimo lembo di Agro Romano Antico in  via di valorizzazione da parte della stessa regione Lazio e della Provincia di Roma. A chi si è dato ascolto? Quali interessi si cerca di favorire? Come si collegano le scelte di Riano e San Vittorino Corcolle con un piano rifiuti in via di approvazione il 18 gennaio definito da più parti inapplicabile e basato su scelte fuori normativa Cee che prevedono ancora discariche e inceneritori? Siamo estremamente preoccupati, qualcuno vuole forzare la mano auspicando una situazione Campania e per questo persevera su localizzazioni assurde? Cosa c’è dietro, inaffidabilità, inettitudine o interessi che lasciano pensare?”. Tra le ultime parole, la nostra risposta è senza dubbio “interessi”. Purtroppo in questi casi la risposta è una e scontata. Sull’onda di questi ultimi avvenimenti continuano le proteste e i momenti di approfondimento. Venerdì 20 gennaio alle ore 17 presso l’Aula magna della scuola Vincenzo Pacifici a Villa Adriana si svolgerà un convegno pubblico cui parteciperanno tutte le realtà associative del territorio tiburtino che si battono contro la localizzazione della discarica a San Vittorino/Corcolle.
Se fossimo in un paese normale…Dopo una lettera del genere – come quando a scuola la maestra ti beccava a parlare: si arrossiva e si chiedeva scusa – i fautori della discarica di Corcolle dovrebbero fare pubblica ammenda e stralciare il provvedimento. Il nostro non è di certo un paese normale – un posto dove si rispettano la Storia, l’Ambiente, e perché no, i Cittadini – ma ogni tanto, per dirla con il reverendo James del film “The Blues Brothers”, si vede la luce. La lettera del MIBAC ha portato un po’ di chiarore. Ora però aspettiamo il miracolo.

 

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