I vigili urbani del Gruppo Sicurezza Sociale e Urbana hanno sequestrato una importante quantità di rame, di sicura provenienza furtiva, a via Severini vicino a un campo nomadi non autorizzato nel VII municipio. Gli agenti del Gssu, su disposizione del comandante Carlo Buttarelli, erano intenti a operare controlli contro la prostituzione in zona Palmiro Togliatti e in strade limitrofe quando si sono accorti di una fitta e scura coltre di fumo che proveniva da una collinetta dove si trova un insediamento abusivo di nomadi. Pensando si trattasse di un incendio sono subito intervenuti anche per prestare, eventualmente, i primi soccorsi. Giunti sul luogo hanno invece verificato che il fumo si sprigionava da alcuni focolai ancora attivi. Tra le fiamme numerose matasse di cavi di rame in fase di “lavorazione” per permettere poi di rivendere il metallo al mercato nero. Questo primitivo processo di separazione del rame dalla guaina in plastica è altamente inquinante per l’ambiente perché sprigiona, tra le altre sostanze tossiche, anche la pericolosa diossina. Per questo il primo obiettivo degli agenti è stato quello di spegnere tutti i focolai. Sequestrata anche una notevole attrezzatura comprendente seghetti, pinze, cesoie e guanti in gomma, tutti arnesi usati per le operazioni di estrazione del rame e che potrebbero tornare utili nel prosieguo delle indagini mirate per identificarne i responsabili. L’arrivo degli agenti municipali ha messo in fuga gli incendiari che hanno avuto il tempo di dileguarsi anche grazie alle condizioni impervie del terreno. Spente le fiamme si è proceduto al sequestro di tutto il materiale che è risultato così ingente da far intervenire un bulldozer della Protezione Civile comunale e un grosso camion per convogliarlo presso un centro di rottamazione. La pesa elettronica del deposito giudiziario ha certificato il sequestro in circa tre tonnellate di rame. Dai timbri impressi sulla guaina e sul metallo sembrerebbe che il furto sia stato perpetrato ai danni della Telecom, ma gli accertamenti sono ancora in corso. Il materiale, se immesso sul mercato nero, avrebbe fruttato una cospicua somma di denaro, quantificabile in circa ventimila euro. Il fenomeno del furto di rame (ottimo conduttore elettrico dopo l’argento, molto resistente alla corrosione, non magnetico e riciclabile al 100%) non è nuovo e anzi sembra aumentare di giorno in giorno. Solo qualche settimana fa un furto analogo ha bloccato il traffico ferroviario della stazione Termini. Dietro questa pratica ci sarebbero bande assai strutturate che lucrano cospicuamente su tale attività tanto che la quotazione ha fatto assumere al metallo la denominazione di “oro rosso”.
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