Tivoli Terme, 28 gennaio ’11. La sala conferenze Duca d’Aosta, all’interno del Duca d’est, venerdì scorso ha ospitato la cerimonia della firma per l’accordo tra ordine dei dottori agricoli e Comune di Guidonia. A rappresentare l’amministrazione, oltre al sindaco Eligio Rubeis, c’erano il Presidente del consiglio comunale Sassano e l’assessore all’ambiente Scattone; per quanto riguarda la categoria dei dottori agricoli erano presenti invece il presidente Edoardo Corbucci, il dottor Milito, il dottor Pisanti e il presidente del tribunale di Tivoli, dottor Ferrari.
L’accordo firmato da Rubeis e Corbucci sancisce l’inizio di una collaborazione con l’obbiettivo di salvaguardare il verde urbano e soprattutto regolamentare in maniera più oculata la gestione dello stesso verde; durante la cerimonia – terminata con le firme e il dono di un simbolico ulivo da parte degli agronomi all’amministrazione – un pubblico ristretto, tra i quali protezione civile e vigili urbani, ha assistito a diverse dissertazioni sugli aspetti benefici e qualitativi del verde urbano, con relative proposte e idee inerenti alla pianificazione urbana, al mantenimento e ai costi. Il sindaco, in qualità di architetto ha speso qualche buona parola nei confronti del cementifico che ha intrapreso da poco un discorso di collaborazione con il Comune, mentre ha puntato il dito contro chi ormai da parecchio tempo sfrutta le risorse del nostro territorio senza curarsi della sua salvaguardia, facendo riferimento alle cave che hanno arricchito qualcuno e impoverito il sottosuolo di tutti e all’argilla che ha reso il nostro un territorio fertile…per la costruzione della discarica. Solo un breve cenno polemico nei confronti di chi si oppone all’eliminazione dei platani da Via Roma, che secondo il parere del primo cittadino, non ha voluto sentire ragioni, né accettare valide alternative. In chiusura firma e foto di rito.
La speranza a questo punto è che il patto, comprensivo di un regolamento ontologico di architetti e agronomi da stilare non si riveli un’altra di quelle cose da fare, inserita nella tipica lista da stilare a inizio anno ma che poi troppo spesso finisce abitualmente nel dimenticatoio. Ovviamente questo accordo non può e non deve prevedere sin da ora niente di pratico e fattibile poiché va interpretato esclusivamente come un punto di partenza per una collaborazione che, solo in un secondo tempo potrà proporre interventi sul territorio.
Va comunque detto, a onor del vero, che l’idea di collaborare resta molto valida e lo sforzo di creare una regolamentazione urbanistica che tenga conto del verde è tutt’oggi un atto tanto necessario quanto apprezzabile. Per una volta, il verde pubblico è stato finalmente il protagonista: speriamo che interessi economici e politici, battuta dopo battuta, non lo spingano nuovamente fuori dalla scena, obbligandoci per l’ennesima volta a pagare il biglietto del solito triste spettacolo.
Riccardo Sgroi
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