Tivoli, madre coraggio fa arrestare la figlia tossicodipendente

In Cronaca & Attualità, In Evidenza da Yari Riccardi Commenti

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Una storia che porta dentro una casa. Una casa come tante, dove ogni giorno si consumava un dramma. Siamo a Tivoli, dove il 7 gennaio gli agenti del Commissariato di Polizia di Tivoli, diretti dal dottor Alfredo Luzi, hanno arrestato Alessandra L., residente a San Polo dei Cavalieri, colpevole di estorsione e violenza privata verso la madre, Mirella L. Un arresto che è frutto di appostamenti e osservazioni, per una storia che poggia le sue radici già negli scorsi anni.

La ragazza – 30 anni e tossicodipendente – da diverso tempo estorceva denaro alla madre per l’acquisto degli stupefacenti, o per pagare i debiti contratti proprio per la sua tossicodipendenza: la descrizione della Polizia – “persona con uno spessore delinquenziale di un certo livello, contingente allo stato avanzato della tossicodipendenza da qualsiasi tipo di sostanza stupefacente, soggetto pericoloso e violento” – vale più di mille parole, dette o scritte.

Da circa 12 anni la madre era costretta, con violenze e minacce, a consegnare somme di denaro somme di denaro sempre più ingente alla figlia. Le insistenti pretese di denaro le avevano causato un danno patrimoniale considerevole, tanto da essere costretta a chiudere un  conto corrente bancario  per l'eccessivo scoperto ed inoltre con lo stipendio del suo lavoro, Mirella non riusciva a colmare i notevoli debiti con la banca e gli amici che si prodigavano ad aiutarla per la situazione in questione.

Una situazione insostenibile. Che non è cambiata dopo la prima denuncia del 2003, e che ha portato Mirella ad una nuova segnalazione contro la figlia. All’apice della disperazione Mirella ha anche abbandonato la sua abitazione a San Polo. Una decisione che si sperava sortisse un effetto calmante su Alessandra: niente di tutto questo, le persecuzioni verso Mirella arrivavano anche sul luogo di lavoro, tanto che la Direzione del luogo dove lavora Mirella ha intrapreso azioni di diffida verso la ragazza.

Tanti sono stati i tentativi di sorprendere la ragazza con le mani nel sacco dei soldi consegnati dalla madre, ma la paura di Mirella per le conseguenze e precedenti problemi con la giustizia della ragazza – lesioni aggravate e tentata estorsione a un barista di San Polo –  sono stati fattori che hanno spesso rinviato la fine dell’incubo di Mirella. Un incubo che si pensava finisse con l’arresto per l’aggressione al barista, ma la liberazione inattesa della ragazza ha portato Mirella in un profondo stato di depressione.

Torniamo al 7 gennaio: dopo un primo tentativo andato a vuoto – Alessandra ha visto i Poliziotti durante l’appostamento – emblematica la frase pronunciata alla madre al telefono: “Che hai deciso per 100,00 euro mi vuoi fare avere 5 anni di galera?”. Gli appostamenti sono ripresi subito dopo, a Tivoli: Alessandra va dalla madre con atteggiamenti minacciosi e spavaldi pretendendo i soldi, Mirella – impaurita per le minacce e le violenze subite – le consegnava 100 euro. In banconote segnate: Alessandra fuggiva a piedi, e la Polizia la blocca. Un incubo che finisce. Il coraggio di parlare e di denunciare il male in casa è un qualcosa che non tutti hanno. Sono molti i reati sommersi per la paura: ogni tanto qualcosa viene a galla, una verità difficile da mandare giù, da nascondere o da sopportare. Mirella se l'è portata dentro per anni.

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