La Polverini annulla l’incontro del 13 gennaio, e Alessandri, sindaco di Monterotondo, lancia l’ultimatum.
“Se entro la fine di gennaio non risponderà alla nostra richiesta d’incontro pronunciandosi definitivamente sul futuro del SS Gonfalone non avremo altra scelta che tutelarci nelle sedi opportune”. Sedi opportune che prendono forma nei ricorsi amministrativi, controogni atto che abbia effetto penalizzante sui destini dell’ospedale di Monterotondo, il tutto, ovviamente, se non ci dovessero essere novità di rilievo. Parte la seconda parte della protesta, che a Monterotondo aveva consciuto finora mobilitazione politica e civile e confronto nelle sedi istituzionali.
Al Tar il Comune rappresenterebbe la macroscopica discrepanza tra i dati reali riferiti a prestazioni, ricoveri, interventi e nascite fornite dai dirigenti sanitari e quelli utilizzati dalla Regione per ipotizzare il declassamento del nosocomio eretino, entrando così nel merito di un provvedimento del tutto infondato considerati i parametri adottati ai fini della stesura del piano di riordino. Altro ricorso se dovesse essere confermata l’anticipazione, contenuta nella documentazione allegata alla legge Finanziaria regionale 2011, secondo la quale gli effetti del piano di riordino per quel che riguarda il SS Gonfalone sarebbero posticipati al 1 Ottobre 2011 “giacché – afferma ancora il sindaco – non ci stiamo battendo per un rinvio ma per il ritiro di questo ingiusto provvedimento, anche se la posticipazione potrebbe far pensare all’effettiva volontà di procedere ad una riflessione più approfondita”. Altro passo che Alessandri non ha escluso è il ricorso al Capo dello Stato: obiettivo è dimostrare l’illegittimità del piano di riordino ospedaliero della Regione Lazio.
“Se fino ad oggi abbiamo scelto di non intraprendere un percorso d’opposizione giuridica agli orientamenti regionali lo abbiamo fatto innanzitutto perché abbiamo tenuto conto dell’impegno della presidente a riflettere maggiormente sulla situazione di Monterotondo. Abbiamo poi considerato la confortante relazione dei commissari inviati dalla presidente stessa al fine di verificare la funzione e l’operatività del SS Gonfalone nonché l’esito dell’audizione sostenuta davanti alla Commissione Sanità regionale, incontro che a mio avviso ha rappresentato un punto di svolta in questa vicenda. In quella occasione, infatti, ho avuto modo di evidenziare, dati alla mano, gli errori contenuti nella bozza del piano”.
Si attendono i contributi alla causa dei consiglieri regionali che rappresentano la città. Fattivo, secondo Alessandri, quello dei membri dell’opposizione, ancora silente quello di Buonasorte, al quale il sindaco lancia un incontro “per avere in sede istituzionale delucidazioni circa le iniziative svolte in favore del nosocomio eretino, affinché informi i cittadini riguardo il lavoro silenzioso svolto in questi mesi. Non c’è, nella mia richiesta, alcun intento polemico anche perché non ho alcun motivo per dubitare dell’impegno dell’onorevole Buonasorte a riguardo, anzi ritengo che considerati i suoi prestigiosi incarichi egli possa svolgere un ruolo decisivo ai fini di una positiva conclusione della vicenda. Ritengo tuttavia che la cittadinanza, come del resto il sottoscritto in virtù del suo ruolo istituzionale, abbia tutto il diritto di essere informata”. Richiesta che Alessandri non rivolge a Rossodivita e Lucherini, in quanto questi “si premurano già di informarmi su ogni novità riguardante la vicenda. Ripeto ancora una volta che sarò ben lieto di riconoscere i meriti di chiunque si sia adoperato affinché la Regioni torni sulle decisioni prese, a cominciare dalla presidente Polverini alla quale do atto di non essersi finora
sottratta al confronto”. Ci mancherebbe anche che la Polverini si sottragga al confronto. In un piano di riordino che ha scontentato praticamente tutti, questo è davvero il minimo sindacale.
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