E’ uno dei settori più “vivaci” e in continuo fermento: le truffe telematiche, ai danni degli internauti, sono tutt’altro che in diminuzione. La polizia postale del Lazio mette in guardia chi usa il web per effettuare transazioni finanziarie, e compravendite di ogni genere. Nel corso di una conferenza stampa, che si è tenuta oggi a Frosinone, nella sede della Questura, il capo del Compartimento della Polizia postale del Lazio, Andrea Rossi, ha illustrato quali sono le truffe più frequenti. Con qualche novità.
“La più semplice e immediata è quella di mettere in vendita un bene materiale o servizio tramite annunci nei portali più utilizzati nel web (www.ebay.it, www.kijiji.it, www.subito.it, www.portaportese.it, www.autoscout24.it) e dopo aver ricevuto il corrispettivo in denaro non inviare quanto pattuito – hanno spiegato gli agenti – Principalmente telefoni cellulari e personal computer, ma anche autovetture usate, animali da compagnia, affitto di appartamenti o di barche per crociere e così via. Nei periodi che precedono le vacanze e le festività si assiste ad un boom di truffe legate a falsi affitti di appartamenti nei più disparati luoghi di villeggiatura”. Decisamente più complesso, è quello di creare un sito internet strutturato in tutto e per tutto come un grande negozio, di solito di vendita di materiale elettronico, offrendo prezzi vantaggiosi o alcuni oggetti a prezzo di sottocosto e raccogliere con gli ordini on-line più soldi possibile per poi rendersi irreperibili. Ma c’è anche una tipologia opposta: il truffatore risponde all’annuncio di un venditore di un bene o servizio (un’autovettura usata, una barca o un piccolo natante) chiede se può acquistare il bene sebbene si trovi all’estero e inviando come pagamento un assegno bancario di una banca estera. Appena il titolo viene versato in banca, i soldi vengono momentaneamente accreditati sul conto della vittima; in realtà per verificare che il titolo sia genuino le banche necessitano di un lasso di tempo tra i trenta e i sessanta giorni che si riservano eventualmente per stornare i soldi già accreditati. “Nel frattempo – spiega la Postale – il truffatore ricontatta la vittima e accampando delle scuse, quali difficoltà a prelevare il bene oppure annullamento della prenotazione alberghiera per sopravvenuti problemi, chiede che gli vengano rimborsati i soldi o comunque parte dei soldi tramite trasferimento di denaro all’estero per mezzo di società quali Western Union e/o Money Gram”.
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