Prevedibile. E forse inevitabile. “Informativa ricorso TAR da parte dell’operatore economico affidatario del servizio di refezione scolastica”. Arriva in tribunale la questione del pasto da casa, con la Bioristoro che porta la questione del pasto da casa davanti al giudice amministrativo: il ricorso è già presente sul sito del TAR. La ditta ha impugnato gli atti del Comune che hanno le hanno imposto di accettare in refettorio il pasto da casa, ed ha perciò chiesto al Tribunale di sospendere, dunque congelare, l’efficacia di quegli atti.
Finisce così l’iter che ha portato alla libertà di scelta per le famiglie di Guidonia e che tanto ha fatto discutere negli scorsi mesi? Da parte dei genitori che hanno portato avanti la battaglia arriva un vero e proprio appello. “I genitori, uniti, possono proporre in quel giudizio un atto di intervento per difendere il diritto di scelta così faticosamente conquistato nei mesi passati ed oggi già messo a rischio, perché se vince la Bioristoro, evidentemente tutto tornerà come prima”.
Impossibile oggi capire la posizione del Comune all’interno del giudizio. Quello che per gli avvocati è certo è invece la necessità “indispensabile della partecipazione dei genitori”. Le difese per l’atto di intervento sono già state predisposte dai legali, ma non basta. “Serve la partecipazione – proseguono gli avvocati – di tutti i genitori di Guidonia interessati a difendere il diritto al pasto da casa”.
Per “l’accesso” all’aula del Tar basta il mandato difensivo anche di un solo genitore. Quello che è invece necessario è “il sostegno economico di tutti. Occorre la partecipazione di tutti. Abbiamo bisogno – proseguono i genitori – che intendano partecipare, non di persone che stanno a guardare. Più siamo, minore sarà l’impegno economico”. La quota prevista per ogni famiglia è di 40 euro. “Questa è la battaglia di tutti: non fatela combattere a pochi, perché quei pochi potrebbero anche decidere di non combatterla”.
“L’udienza è stata fissata per il 6 febbraio”. A parlare è l’avvocato Vecchione, che ha seguito fin dall’inizio l’intera vicenda. “Se il Tar accoglie l’istanza sono guai per il pasto da casa. Cosa si può fare allora? Le famiglie possono intervenire in quel giudizio affiancando il Comune contro la Bioristoro. Si chiama atto di intervento, e va notificato al comune, alla ditta ed alla Asl e depositato al Tar entro giovedì prossimo. Questo è il solo modo per difendere il diritto al pasto da casa e la serenità dei vostri ragazzi, dato che non sappiamo se e come il Comune riterrà di difendersi in giudizio”. Sembrava una questione chiusa. Tutto invece è tornato decisamente in ballo. Il 6 febbraio si decide il futuro del pasto da casa.
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