Nessuna comunicazione. E nessuna richiesta di autorizzazione. Arriva l’atteso stop della Soprintendenza Speciale di Roma per quella che stava per diventare una discarica di macerie a San Vittorino, Porta Neola, a un passo dal sito archeologico di Villa Adriana, tra la via Polense e la Zagarolese. Sembrava di rivivere l’incubo del 2012, quando l’idea di vedere rifiuti a poca distanza dalla dimora dell’Imperatore fece scattare una grande mobilitazione popolare e mediatica. Quella che era pronta a partire anche stavolta grazie al risalto mediatico immediato e grazie alla prontezza del Comune di Tivoli, in particolare dell’assessore alla Cultura Urbano Barberini, protagonista principale della protesta del 2012.
Nessuna comunicazione e nessuna richiesta di autorizzazione, si diceva. Passi fondamentali visto che l’area “scelta” per la discarica delle macerie di Amatrice risulta gravata da vincolo paesaggistico. Il motivo? “L’alto interesse archeologico del territorio citato”, all’interno del quale sono riscontrabili numerose e “cospicue presenze archeologiche e monumentale”. La Soprintendenza nella sua nota inviata alla Polizia Municipale del VI Municipio e all’Ufficio Tecnico municipale ricorda anche i fatti del 2012, quando “l’ufficio, insieme ad altre istituzioni pubbliche, si attivò al fine di contrastare e vanificare l’iniziativa da parte del Prefetto di Roma e in deroga a tutta la normativa vigente di alloggiare una discarica per rifiuti all’interno di una cava di pozzolana abbandonata verosimilmente da identificare con la medesima oggetto della presente segnalazione”. L’invito della Soprintendenza è quello di “sospendere le attività in atto”, nell’attesa dell’acquisizione del parere di competenza relativo. L’obiettivo è quello di garantire tutela e conservazione del patrimonio storico e archeologico del territorio in questione. Decisamente una bellissima idea. E baluardo, speriamo, contro chi pensa che il posto giusto dei rifiuti sia a un passo dalla Villa di Adriano.
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