Il termine è stato spostato a gennaio. Tre mesi per chiudere definitivamente la vicenda. Si è svolta mercoledì 11 ottobre la nuova puntata della vicenda che coinvolge la famiglia Alberti, da mesi preda di una vera emergenza abitativa in una casa occupata a Tivoli Terme. Per Roberto, Marina e la piccola Elisa lo sfratto è rinviato al nuovo anno, un tempo ulteriore per trovare le risposte necessarie, per una eventuale svolta nella graduatoria dell’edilizia popolare del Comune di Guidonia – sono quattordicesimi – e soprattutto per riprendere un po’ di serenità e ripartire. Con la famiglia Alberti erano presenti anche i militanti di CasaPound Tivoli e il responsabile regionale Mauro Antonini. Tre mesi di relativa serenità per Roberto e Marin, che hanno tutta l’intenzione di trovare una sistemazione stabile.
Il riepilogo. Il calendario all’interno segna l’anno 1984. E nulla lasciava intendere un effettivo utilizzo dell’appartamento nel momento dell’ingresso della famiglia Alberti. Impossibile oggi permettersi un affitto. L’occupazione è arrivata per quelle cause di forza maggiore che in molti dimenticano. La famiglia è residente nel Comune di Guidonia, e nell’attesa di assegnazione dell’alloggio popolare si è trovata costretta ad occupare l’appartamento a Tivoli Terme. Un alloggio vuoto da anni, popolare pure questo ma di proprietà del Comune di Roma. Una casa vuota da anni.
La storia di Roberto. Le parole sono poche, e raccontano una sofferenza difficilmente immaginabile. “Non mi interessa quella casa dove ora stiamo vivendo, ma quella nell’attesa di una sistemazione definitiva, che esiste e sta tutta nella graduatoria delle case popolari dove siamo nelle prime posizioni”. Impossibile essere sereni dopo mesi di incertezza, travolti da una tempesta burocratica intricata e di difficile gestione. “Se ora non è possibile una casa mi basta una mano per un lavoro, per poter mantenere dignitosamente la mia famiglia”.
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