I recenti arresti che hanno svelato le attenzioni dell’organizzazione che faceva riferimento al Clan Rinzivillo alle attività degli operatori del Car non potevano non provocare reazioni. Ed arriva quella di Car Scpa, società titolare e conduttrice del Centro Agroalimentare di Roma.
“Vogliamo ringraziare con la sincera e unanime riconoscenza della comunità di lavoro del CAR le forze dell’ordine, la magistratura, gli organismi antimafia impegnati nei brillanti interventi effettuati anche a Roma contro la criminalità organizzata, ma vogliamo chiarire alcune imprecisioni e smentire le frettolose approssimazioni echeggiate a carico del più grande ed importante agromercato all’ingrosso italiano in margine all’incontro stampa tenuto degli investigatori concluse le operazioni”.
La società non usa giri di parole. “Sul CAR non ci sono le mani di nessuna famiglia, cosca, banda, organizzazione o consorteria criminale. Rappresentazioni così alterate della situazione di una grande infrastruttura logistica e distributiva che crea 2 miliardi di fatturato con 5.000 persone impegnate in oneste attività quotidiane – sottolinea CAR Scpa – recano gravi danni d’immagine e di reputazione alle aziende e ai legittimi interessi che assicurano lavoro, sviluppo, tutela della salute, redditi, innovazione, prelievo fiscale. E accreditano alle mafie successi e capacità che non hanno”.
Forte la rivendicazione dei meriti e del ruolo ricoperto dal centro in questi anni. “Le condizioni di lavoro nel CAR sono quelle di un ambiente sano, trasparente, in grado di tutelarsi da pressioni e da infiltrazioni illegali, ma anche di sviluppare nuovi anticorpi”.
Tra gli esempi la società ricorda l’azione di prevenzione e contrasto del crimine organizzato anche dei tentacoli meno visibili, che ha sempre svolto in costante confronto collaborativo con la Prefettura di Roma, la Procura di Tivoli, la Pubblica Sicurezza, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, i commissariati locali.
“Nel Car è richiesto alle aziende il certificato antimafia non solo per gli appalti, come impone la legge, ma anche per candidarsi a box in affitto e a padiglioni in diritto di superficie”.
La società sottolinea inoltre la capacità di mettere in campo “forze e mezzi ulteriori per seguitare a garantire ai consumatori, alle aziende e al mercato il più assoluto rispetto della legalità, oltre al massimo della sicurezza e della trasparenza, seguendo le indicazioni degli Organismi preposti e l’esperienza degli operatori”.
L’azienda accusata di aver stretto relazioni con il clan sbaragliato “oggi non fa più parte da tempo delle imprese attive nell’Agromercato, ma ne fu estromessa per inadempienze ed è perseguita per questo”. Non mancano gli impegni nella nota emessa dalla società.
“Rinnoveremo inoltre le comunicazioni ufficiali inviate a suo tempo alle aziende interne, in cui le diffida a norma di legge dalle relazioni e negoziazioni, soprattutto se estorsive e ricattatorie, con soggetti privi dei presupposti di trasparenza e correttezza amministrativa e perciò in grado di nuocere alla reputazione della intera comunità aziendale”.
Una forte presa di posizione quella del centro di Via Tenuta del Cavaliere. “Il CAR non è infiltrato né assediato – conclude la nota – e se presidia una filiera difficile, resta un mercato sano e capace di difendersi con le dovute intese e le collaborazioni necessarie e mai venute meno”.
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