L’Acd Guidonia torna nell’Elite del calcio laziale con gli Allievi che iniziano oggi la propria avventura con il primo allenamento. E’ Andrea Palumbo il giovane tecnico della squadra, guidoniano doc. E’ stato proprio lui a meritarsi la possibilità di misurarsi in questa categoria prestigiosa, contro giocatori che in alcuni casi andranno a vestire la maglia della Primavera di squadre professionistiche nella prossima stagione. Al coach Palumbo abbiamo rivolto alcune domande, in particolare sulle prospettive di questo gruppo formato da giocatori nati nel 2001.
Mister Palumbo, all’inizio dei lavori come presenterà il campionato Elite alla sua squadra?
Come una bellissima e affascinante sfida. Anche se difficile e di altissimo livello, dovremo viverla sempre pensando positivo, non dovremo mai avere paura di confrontarci contro società e ragazzi abituati da sempre alla categoria: con tanto lavoro e determinazione possiamo goderci al meglio l’esperienza, crescere, divertirci e toglierci belle soddisfazioni.
Oltre alle doti tecniche cosa servirà per mantenere la categoria?
Servirà sicuramente non abbattersi mai alle prime difficoltà e saper ragionare a lungo termine. E poi tanto lavoro, lavoro e lavoro. All’inizio potrebbe essere normale un primo periodo di adattamento per i ragazzi, sia alla categoria sia al nuovo mister, ma quando lotti per la salvezza puoi gestire anche degli eventuali passi falsi iniziali, l’importante è creare un gruppo compatto, organizzato, con una propria identità e consapevole di ciò che vuole senza desistere mai.
Conosce molti componenti della rosa: da chi si aspetta il salto di qualità?
Assolutamente dal gruppo. Ai ragazzi che erano già a Guidonia lo scorso anno si sono già aggiunti altri elementi e il direttore Alex Bassani sta lavorando per migliorare ulteriormente l’organico. Ma, indipendentemente da chi c’è e chi ci sarà, tutti i ragazzi dovranno sempre anteporre il gruppo a qualsiasi singolo e a qualsiasi esigenza individuale, dovremo imparare a ragionare sempre con il ‘noi’: è questa la nostra priorità assoluta, da gruppo diventare squadra vera e indissolubile.
Facendo un passo indietro: quale è il più bel ricordo di questa esperienza da allenatore nel settore giovanile del Guidonia?
Sono davvero tanti, difficile sceglierne uno solo. Se proprio devo, dico la penultima di campionato dello scorso anno in casa del Sansa, prova di grande maturità, personalità e consapevolezza di una squadra che è cresciuta tantissimo e di ragazzi che sono diventati grandi.
Come spiega questa rinascita del settore giovanile del Guidonia che oggi conta (unica nel territorio considerando anche la Juniores) tutte le squadre nei regionali e una nell’Elite?
Dai Presidenti al nostro custode lavoriamo tutti con amore, passione e armonia. Tra tutti c’è confronto e grande rispetto dei ruoli. In questi due anni c’è stata una buona crescita dal punto di vista organizzativo. Tutti questi motivi ci hanno permesso di lavorare e rendere al meglio. C’è l’intenzione da parte dei Presidenti e del Direttore Sportivo di proseguire questa crescita organizzativa e strutturare sempre meglio la società, si sta già lavorando in tal senso. E come ultima cosa c’è sincerità e trasparenza nei confronti dei ragazzi e delle loro famiglie, non ci piace prendere in giro le persone e raccontargli balle.
Su quale campo ti farà più piacere entrare in campo da avversario?
Sinceramente non ci ho mai pensato e non saprei cosa dirti. Sarà sicuramente bello andare a giocare in casa delle big storiche.
Con l’Elite aumenterà anche l’esposizione mediatica, necessaria quindi una maturità diversa da parte del suo gruppo. Cosa dirà ai ragazzi in tal senso?
Quello che ho sempre detto ai ragazzi degli altri gruppi che ho avuto il piacere di allenare: di avere equilibrio sempre, di non montarci e non deprimerci, di fare quadrato e non pensare a nient’altro che lavorare.
Dopo aver allenato nei provinciali e nei regionali cosa si aspetta da questa categoria?
“Mi aspetto un campionato con ritmi più alti e maggior fisicità. Abbiamo fatto gli ultimi due anni con obiettivi d’alta classifica, dove non puoi concederti mai un passo falso. Come ho già detto, quest’anno serviranno umiltà, pazienza e fiducia.
L’obiettivo principale è la salvezza oppure la crescita del gruppo?
L’obiettivo principale deve essere sempre la crescita dei ragazzi. Se tra pochi anni avremo a Guidonia una prima squadra con un folto gruppo dei nostri 1999, 2000, 2001 e così via, saremo contenti di aver fatto tutti un buon lavoro tecnico e umano. Poi se riusciremo a perseguire quest’obiettivo di crescita sarà meno complicato salvarci. Ovviamente faremo di tutto per raggiungere l’obiettivo salvezza.
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