Guidonia / Per il Pd post ballottaggio al vetriolo

In Politica, Roma Est da Yari Riccardi Commenti

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Il clima è da resa dei conti. Era previsto e prevedibile, in caso di sconfitta. Sui social, dove alcuni membri del direttivo del Pd delle due correnti “in lotta” non se le stanno certamente mandando a dire. Una resa dei conti nell’aria già durante e dopo le primarie che hanno portato Emanuele Di Silvio ad essere il candidato sindaco del PD. Senza, come noto, il favore di una componente del partito e di alcuni membri.

“Ora Maugliani si dimetta” / La giornata di lunedì si apre con il comunicato congiunto di Rocco Cisano e Paola De Dominicis, eletta in consiglio comunale in ticket con Simone Guglielmo. “Le elezioni per la scelta del nuovo sindaco di Guidonia sono finite, hanno vinto i 5 Stelle. Un plauso al vincitore, la città lo ha scelto e ora deve governare”. L’attacco è immediato, prima “moderato” dalla necessità di aprire una discussione per comprendere le vere ragioni della sconfitta, e poi diretto. “Ci aspettiamo che il segretario provinciale Rocco Maugliani rimetta il suo mandato per essere stato uno dei principali protagonisti che ha causato questo risultato. A Guidonia ha consentito con arroganza che non si svolgessero le primarie provocando una divisione del partito e il suo isolamento, ha stretto alleanza con liste di centrodestra che rappresentano la parte peggiore della città, ha vanificato gli anni di opposizione al centrodestra di Rubeis privilegiando una politica divisoria e non inclusiva di tutte quelle energie del Pd che vi si erano duramente contrapposte”. C’è la necessità di ripartire, “ma il cambiamento non può determinarlo chi è stato artefice di questo incredibile risultato”. La firma è quella del “Fronte Democratico”, Rocco Cisano dell’assemblea nazionale del Pd e Paola De Dominicis, consigliere comunale.

“Fango e falsità” / La risposta arriva da una nuova nota congiunta, questa volta a firma di Rita Salomone – Presidente Federazione PD Provincia di Roma – e Mario Lomuscio, neoeletto consigliere comunale. “Queste elezioni saranno ricordate anche per il mancato contributo dato da una parte della classe dirigente del PD locale al proprio candidato sindaco”. Il simbolo è la mancata partecipazione alle iniziative di alcuni esponenti del partito e candidati in consiglio comunale. “È noto a tutti come queste persone non abbiano partecipato, né tantomeno organizzato, a nessuna iniziativa nella città: uno strano modo di fare campagne elettorale”. Il punto è sulla richiesta delle dimissioni di Rocco Maugliani arrivata da Cisano e De Dominicis. “Ci fa specie leggere come si possano chiedere le dimissioni del Segretario Provinciale quando, proprio loro, hanno osteggiato attivamente la candidatura di Emanuele Di Silvio, contribuendo, per una manciata di voti, al risultato che tutti conosciamo”. Sarà l’avvio della fase congressuale nei prossimi mesi la sede per la discussione di come alcuni “comportamenti, che da anni ci condannano alle sconfitte, siano superati e non più compatibili con la permanenza nel nostro partito”. Un commento arriva anche dal senatore Bruno Astorre. “In provincia di Roma spiace soprattutto per il risultato di Guidonia Montecelio, dove al primo turno Emanuele Di Silvio, un giovane di 34 anni, un volto nuovo e pulito sostenuto da un’ampia coalizione che va da Campo Progressista ad Alternativa Popolare, aveva staccato lo sfidante del M5S di ben 2mila voti”. Astorre parla esplicitamente di tradimenti. “Forse non si fa peccato a pensare anche a tradimenti all’interno del Pd locale, dove esponenti di primo piano, candidati e non, non si sono mai visti in manifestazioni elettorali né hanno organizzato eventi a sostegno del candidato”.

Opposizione / I fronti in campo sono noti, e non si scoprono di certo ora. Per il Pd ora prende il via una doverosa fase di ripensamento e di riflessione. Un partito che si ritrova di nuovo all’opposizione, dopo aver perso di nuovo al ballottaggio: questi sono i fatti, da questi occorre ripartire per capire come potrà essere il percorso futuro. Due sconfitte di fila bruciano, e non può essere altrimenti. Oggi non c’è neanche più la consolazione di essere il primo partito della città. Consolazione magra: Il Pd lo era nel 2014, e finì con la sconfitta al ballottaggio. Oggi non lo è più, ed è finita nello stesso identico modo. Hanno perso tutti, un fronte e l’altro. Quando si comprenderà questo, allora il PD potrà ricominciare.

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