Michele Emiliano sopra la media nazionale nel collegio 13 della provincia di Roma, 854 voti presi, con 518 voti presi nella Guidonia del capolista Rocco Cisano, ex consigliere comunale del Partito Democratico. “Siamo primi per Emiliano nell’intera provincia di Roma, un successo che segue quello del 4 dicembre con la vittoria del No al referendum costituzionale, dove avevo preso una posizione precisa fondando il relativo comitato sul territorio, una mosca bianca rispetto alla quasi totalità del Partito cittadino che si espresse a favore del Sì”. Tra le motivazioni del supporto ad Emiliano da parte del dottore figura quella di “aver scelto di non allinearsi al pensiero unico renziano, e di aprire alla discussione e a nuovi punti di vista all’interno del Pd, affinchè si possano evitare in seguito gli errori di valutazione commessi nel recente passato, dove non si è voluto lasciare spazio alle diverse anime della sinistra, senza quindi riuscire ad elaborare un progetto pluralista e condiviso come invece è nel Dna del PD e di tutto il popolo Dem”. Non manca un nuovo attacco al partito provinciale in merito alle recenti primarie per la scelta del candidato sindaco. “Il risultato, frutto del mio impegno personale ma anche di una buona parte di compagni della sinistra locale, dovrà far riflettere e molto gli organi direttivi del provinciale su quali siano le giuste mosse da compiere e le forze vincenti da valorizzare e mettere in campo in vista delle prossime amministrative di giugno”. Puntuale anche la “profezia”. “Continuare a propendere per una sola area del Partito, ostacolare se non addirittura cercare di annullare del tutto il confronto leale e pluralista, formalizzare atti che di fatto premiano i personalismi a discapito dell’unità, rischia di divenire un boomerang impazzito che spingerà il Partito verso la sconfitta alla tornata elettorale di giugno”. Cisano lega la sua riflessione finale ad dato sull’affluenza alle urne – dato all’incirca simile a quello delle primarie del 23 aprile – della scorsa domenica, che definisce “scarsa rispetto al dato nazionale: mi auguro che ciò faccia comprendere a chi di dovere il forte gap che si è creato a Guidonia Montecelio tra appassionati e sostenitori del centrosinistra ed il PD. Se fino ad ora nulla è stato fatto per diminuire tale distacco ed anzi si è pensato bene di svuotare di importanti risorse il partito cittadino per poi lasciarlo anche orfano di segretario giusto appunto alla vigilia di queste primarie del 30, mi auguro che nel giro di poche ore la situazione possa cambiare, altrimenti rischiamo di perdere il paziente”. Archiviata la pratica primarie, per il PD di Guidonia arriva così il momento della resa dei conti. I segnali lanciati da vari protagonisti raccontano di fratture praticamente insanabili. Da qui al 13 maggio, termine per la presentazione delle varie liste, si capirà se le distanze di questi giorni saranno state appianate.
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