Guidonia/Emanuele Di Silvio è il candidato sindaco del Pd: “Ora un progetto condiviso”. L’ira di Guglielmo: “Primarie trasformate in una farsa controproducente per tutto il centrosinistra”. Il segretario cittadino Lomuscio: “A disposizione della città una nuova generazione di donne e di uomini”

In Cronaca & Attualità, Politica da Yari Riccardi

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Alla fine ha vinto Emanuele Di Silvio. Sarà lui il candidato sindaco del Pd alle prossime amministrative, atto finale di quel lunghissimo romanzo d’appendice, perennemente ai limiti del paradosso, che sono state le primarie. L’inizio c’è stato a febbraio, con l’apertura delle iscrizioni all’albo degli elettori, con i banchetti nelle piazze ogni  sabato e ogni domenica. Poi sono arrivati i primi rinvii, dal 2 aprile – data annunciata già dall’apertura delle iscrizioni – al 9 aprile, per arrivare poi a domenica 23 aprile.

L’annuncio. L’ufficialità arriva nella notte del 23 aprile. “Il Partito Democratico mette a disposizione della città una nuova generazione di donne e di uomini, a cominciare dal candidato eletto alle primarie Emanuele Di Silvio, pronta a misurarsi, insieme alle forze sane della città, con le inedite sfide di questa complessa fase della vita della nostra comunità”. Sono le parole del segretario cittadino Mario Lomuscio a chiudere il lungo percorso delle primarie del Pd di Guidonia per la scelta del candidato sindaco. Sono stati 1494 gli iscritti all’albo degli elettori che domenica 23 aprile si sono recati nei seggi organizzati nei centri anziani della città: in 1403 hanno scelto Di Silvio, 82 per Simone Guglielmo – che aveva chiesto il rinvio delle primarie al 30 aprile visti gli “accadimenti che hanno minato la legittimità dello svolgimento” – e ancora 5 schede nulle e 4 bianche. Dai numeri appare chiara come la richiesta di rinvio da parte di Guglielmo si sia trasformata in una mancata partecipazione alla giornata di voto. “La nostra città – chiude Lomuscio – oggi gravemente indignata e preoccupata per l’ennesima bufera giudiziaria che coinvolge e vede protagonisti gli amministratori di centrodestra, i quali hanno dato vita a un vero e proprio sistema criminale, ha lanciato un grande messaggio di partecipazione e speranza. Questo significa che in un momento di così grande difficoltà nel rapporto tra politica e cittadini, emerge l’esigenza non più procrastinabile di voltare definitivamente pagina”.

Le polemiche. Ci sono dunque voluti quasi 2 mesi  – con le date annunciate già da tempo, l’ultimo rinvio con nota del segretario provinciale Rocco Maugliani del 4 aprile: “le primarie restano lo strumento ultimo con il quale provvederemo a selezionare il nostro candidato sindaco. Tuttavia abbiamo il dovere di esplorare ogni possibilità prima di svolgere le primarie e per questa ragione riteniamo necessario lo slittamento della consultazione a domenica 23 aprile”, parole che aprivano anche ad altre eventualità – per arrivare alla fine delle primarie del Partito Democratico di Guidonia, un lungo cammino (la definizione “primarie lampo” parecchio in voga in questi giorni è decisamente in antitesi con quanto accaduto) che non ha certamente fatto mancare i colpi di scena, su tutti i giorni durante i quali il Pd sembrava ad un passo dall’accordo con le liste civiche per la candidatura a sindaco di Luigi Trapazzo (per non dire delle settimane dove sembrava invece imminente il sì di Marco Rettighieri). Gli ultimi scossoni proprio sabato 22 aprile – http://bit.ly/2ozXxNZ – con gli annunci delle dimissioni di alcuni membri dell’Unione Comunale e con la richiesta di Simone Guglielmo, uno dei candidati alle primarie, di spostare la data al 30 aprile visti gli “accadimenti che hanno minato la legittimità dello svolgimento” e con l’altro candidato, Emanuele Di Silvio, che invece aveva confermato il suo essere “in campo”, senza dimenticare i ricorsi pendenti, l’ultimo annunciato nella sera di sabato da Guglielmo con un post su Fb “sul non rispetto delle norme regolamentari disciplinanti le primarie, per la scelta del candidato sindaco della terza città più grande del Lazio”, che segue quello pendente sul tesseramento.  Atmosfera che ha portato a numerosi inviti arrivati sui social a non votare arrivati dai sostenitori di Guglielmo e dallo stesso candidato.

Le prime parole di Di Silvio.  “Essere il candidato sindaco della Città in cui sei cresciuto e in cui hai vissuto fin da piccolo è una sensazione bella e difficile da spiegare. Se abbiamo raggiunto questo primo traguardo il merito è tutto vostro: amici, cittadini e sostenitori del Pd e del centrosinistra di Guidonia Montecelio che state credendo in questo progetto di rinnovamento”. Così si apre la prima nota da candidato sindaco del Partito Democratico di Emanuele Di Silvio dopo l’ufficialità del risultato delle primarie, esito che definisce “importante, ottenuto attraverso l’unico e vero strumento democratico che esista e cioè il voto dei cittadini”. Nessun accenno ai veleni di questi giorni, per un ruolo che impone “un grande senso di responsabilità da cui non voglio sottrarmi. Per questo non possiamo permetterci neanche un giorno di riposo e di polemica”. Viene pronunciata la definizione di “progetto condiviso” come obiettivo primario, “in grado di rispondere concretamente alle esigenze e alle problematiche della nostra Città, per tirarla fuori dalle sabbie mobili – finanziarie e politiche – in cui è stata lasciata affondare. Lo faremo, insieme al Pd e a tutto il centrosinistra, con la convinzione di non poter prescindere da una fase di profondo rinnovamento. Ce lo chiede Guidonia e ce lo chiedono i suoi abitanti, anche alla luce di quanto accaduto negli ultimi giorni”. Il primo passo sarà quello delle consultazione con le forze politiche e della società civile, con l’obiettivo di costruire una coalizione ampia.

L’amarezza di Guglielmo. Un attacco frontale quello di Simone Guglielmo. “Nella giornata del 23 aprile il segretario cittadino Mario Lomuscio con l’avvallo di qualche dirigente locale e del segretario provinciale Rocco Maugliani ha chiamato  alle urne gli iscritti all’albo degli elettori per esprimere la preferenza su un unico candidato alle primarie, ovvero ha di fatto trasformato uno strumento nato per stimolare e sviluppare la democrazia interna al partito in uno strumento di autocrazia”. L’ex candidato alle primarie fa i conti, specificando come “a fronte di 4000  iscritti all’albo degli elettori per le primarie PD di Guidonia Montecelio, solo 1500 persone, 1495 per la precisione, hanno esercitato il voto. I numeri sono chiari, 2500 persone hanno accolto il mio appello di non andare a votare”. L’attacco non usa giri di parole, e investe tutto e tutti. “Le primarie  sono state trasformate in una farsa controproducente per tutto il centrosinistra. Proporre o proporsi come  sindaco di una città scossa dalle sue fondamenta e martoriata nella sua dignità, dovrebbe essere  una assunzione di responsabilità e una dimostrazione di competenze di fronte a tutta la comunità, non una mera dimostrazione di forza ed una corsa incontrollata all’accaparramento del potere per  proprio personale tornaconto”. Guglielmo centra buona parte del suo comunicato sulle scelte del Partito. “Ho accettato di legarmi mani e piedi per non correre nel frattempo che il Partito provinciale esperiva altre consultazioni per individuare un candidato terzo da sottoporre al giudizio del popolo democratico. Sono 12 anni che pratico la politica in maniera corretta e porto consensi al Partito Democratico contribuendo alla sua nascita e crescita, e non è certo per mia volontà che non ho fatto campagna elettorale per queste primarie bensì perché mi è stato proditoriamente impedito di farlo da chi con molta probabilità si era già costruito a tavolino questo genere di scenario”. Torna anche alla vigilia delle primarie, con la richiesta di rinvio. “Mi domando per quanto ancora il segretario comunale spalleggiato da quello provinciale intenda  gabbare la parte più vera e costruttiva del nostro Partito. Non è autoproclamandosi  giovani, belli e duri che si conquista il consenso della gente”. L’affondo finale prima della profezia. “L’inquinamento di queste primarie compiuto scientificamente da ambedue i segretari in complicità nascosta con Emanuele Di Silvio sembra avere come unico  fine quello di screditare l’operato fin qui svolto da me e da altri compagni e colleghi  agli occhi degli elettori di Guidonia, decretando una sconfitta certa di tutto il partito alle prossime elezioni di giugno”.

“Lavoriamo per costruire l’unità del centrosinistra”. Alla fine hanno votato in 1494 e alla fine ha vinto Emanuele Di Silvio. In mezzo la classica polemica tipica del post primarie. Il clima tuttavia è evidentemente da resa dei conti per un esito che di fatto ha stravolto i pronostici e le scommesse andate avanti per mesi. “Lavoriamo da subito per costruire attorno a questo progetto l’unità del Partito e del centrosinistra”, queste le parole del segretario cittadino Lomuscio dopo la notte di domenica. Serve rimettere insieme i cocci rotti in queste settimane. Ed è, visto il clima, un compito davvero complesso. Ma non può non essere il punto dal quale partire, per evitare che accada come nel 2014, con la sconfitta al ballottaggio di Domenico De Vincenzi. Chissà che l’aria del 25 Aprile non porti quella volontà di unione che da sempre manca nel centrosinistra guidoniano, preda di quel virus delle lotte interne notoriamente difficile da sconfiggere.

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