L’Antivigilia di Natale. Voci raccontavano di venerdì 16, poi di lunedì 19, ma con tutta probabilità sarà il 23 dicembre il giorno dell’approvazione del bilancio preventivo – quello che parte della maggioranza di centro destra avrebbe voluto approvare lo scorso giugno, quando non sembrava esserci neanche un quadro completo dei debiti fuori bilancio – del Comune di Guidonia da parte del commissario prefettizio Giuseppe Marani, a 6 mesi dell’insediamento e dopo una faticosa verifica della situazione economica e finanziaria, andata avanti fino a far emergere lo stato ormai noto e critico delle casse comunali. Poco più di una settimana fa l’approvazione della delibera di ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, oggi la voce piuttosto fondata dell’imminente via libera al bilancio, che renderà gli ultimi giorni del 2016 cruciali per il futuro della città. Dopo il bilancio sarà infatti la volta dei Peg e degli impegni di spesa, un’impresa da portare a termine entro pochi giorni, quelli che mancano al 31 dicembre. Giornate convulse dunque, piazza sempre più vuota e uffici sempre più pieni in previsione del probabile D Day, quello che finalmente darà un quadro più chiaro sul futuro che attende Guidonia e i suoi abitanti. Un quadro che è stato dipinto in parte dall’analisi commissariale, che racconta di 4,8 milioni di debiti fuori bilancio “tuttora in fase di verifica”, dei 13 milioni di euro della sentenza Del Fante, importo per il quale l’ente ha l’obbligo del versamento anticipato al Mef, di un saldo negativo di cassa pari a 6 milioni e 600 mila euro, di “fatture passive antecedenti al 31 dicembre 2015 risultanti dal registro cronologico generale dell’Ente come non pagate risultano pari ad euro 17.333.573,39 che sommate a quelle del 2016, fanno registrare un importo complessivo presunto, fermi restando gli ulteriori eventuali controlli di dettaglio, per un importo pari a 40.199. 271,94 milioni di euro”, 8 milioni di euro da un altro contenzioso. Finita? Non proprio, visto che l’ente “risulta patire di una grave carenza di liquidità dovuta solo in parte alle drastiche riduzioni e/o mancata erogazione dei trasferimenti statali e regionali, per cui è costretto a ricorrere ad anticipazioni di tesoreria, entro i limiti di legge, per tutto l’esercizio finanziario, oltre – si legge nella delibera del commissario – a registrare forti difficoltà nella riscossione delle entrate, come risulta dalle richiamate relazioni del concessionario della riscossione n. 10628/2016 in data 21 luglio 2016 e n. 13580/2016 in data 28 settembre 2016, tutti elementi, quelli descritti, che connotano, in maniera grave, la situazione finanziaria dell’ente e che evidenziano uno squilibrio di bilancio in grado di provocare il dissesto finanziario”. Chiudiamo citando testualmente la delibera. “Il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2016 non è stato ancora deliberato e che la situazione finanziaria, alla luce di quanto sopra esposto, dei debiti fuori bilancio in corso di riconoscimento e delle ulteriori esposizioni richiamate, rende difficile il raggiungimento dell’equilibrio del bilancio corrente; va rilevata, in particolare, sia la notevole entità dell’ammontare dei debiti fuori bilancio da riconoscere, emersi durante la approvazione del rendiconto dell’esercizio 2015, intervenuta solo in data 4 agosto 2016 e in parte riconducibili a periodi antecedenti alla predetta data di approvazione, sia la situazione di contenzioso civile, che trae origine da rapporti incardinati in periodi antecedenti la data del giugno 2016, che ogni giorno si fa sempre più gravosa, dovuta soprattutto alla difficoltà di pagare i fornitori entro un tempo ragionevole ed alla impossibilità di evitare le azioni di recupero crediti mediante procedure esecutive con ulteriori aggravi di spese; nonostante i numerosi provvedimenti (direttive n. 1 del 5 luglio, n. 2 del 12 luglio e n. 3 del 22 settembre 2016) adottati dalla amministrazione attualmente in carica finalizzati, da un lato, al contenimento delle spese e, dall’altro, all’accertamento ed alla riscossione delle entrate tributarie ed extratributarie, l’Ente non è in grado di far validamente fronte al deficit finanziario con i mezzi ordinari messi a disposizione dall’ordinamento vigente, atteso il loro ammontare esorbitante in relazione al complesso delle entrate comunali; l’inasprimento del contenzioso e delle procedure esecutive nei confronti dell’ente, la prolungata situazione deficitaria di cassa, l’esistenza di debiti fuori bilancio ancora da riconoscere e di crediti certi, liquidi ed esigibili ammontanti al rilevante importo di cui sopra e l’impossibilità che, a fronte di questi, possa essere utilizzata ulteriormente l’anticipazione di tesoreria già concessa, sono tutti elementi che connotano, in maniera grave, la situazione finanziaria dell’ente e che evidenziano uno squilibrio strutturale di bilancio in grado di provocare il dissesto finanziario”. Più chiaro di così non si può. Altro che “Bianco Natal”. Rosso. Come i conti delle casse comunali. Un rosso che evidentemente non è diventato tale dopo l’insediamento del commissario prefettizio.
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