Guidonia. Applausi e sorrisi per Gianfranco D’Angelo sul palco dell’Imperiale

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano da Riccardo Sgroi

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Ottimo successo di pubblico per questi due giorni che hanno visto recitare sul palco del Teatro Imperiale di Guidonia Gianfranco D’angelo: qualche decina di presenze in più per il sabato sera ma molte presenze anche per lo spettacolo di domenica. Ha un certo sapore di nostalgia questo spettacolo e l’effetto è quello di trovare, nascosto tra le mille cose da fare nel trantran quotidiano, un vecchio giocattolo impolverato e soffiandoci sopra, scoprirci a sorridere. Gianfranco D’Angelo per primo gioca con la sua carta d’identità, nascondendo sotto i capelli bianchi e dietro qualche immancabile ruga, uno spirito ancora vivace e simpatico, con quella ironia da cabaret che lo ha immortalato, almeno una ventina d’anni fa, a protagonista del piccolo schermo. L’accompagnamento musicale dei Cerchi Magici, sotto la sapiente guida del maestro Francisci e le stupende voci di Cristina e Chiara, unisce davvero molto bene i vari sketch comici, legando le terre d’Italia attraverso le canzoni popolari che più le rappresentano. Il viaggio all’interno della nostra penisola è infine condiviso con l’istrionica figlia di D’Angelo, Simona che pur non avendo la stessa verve comica del padre, gioca comunque il difficile ruolo di spalla con grande abilità e simpatia. Prima dello spettacolo Gennaro D’Avanzo e Anna Greggi, che curano la direzione artistica del Teatro Imperiale, hanno voluto omaggiare con una poesia e un lungo applauso, due perdite significative per il mondo del teatro italiano: Luca De Filippo, figlio d’arte di Edoardo, ma anche pluripremiato interprete delle scene italiane e Gabriele Ferzetti, anche lui stimato attore di teatro scomparso a distanza di pochi giorni. Lo spettacolo è un godibilissimo racconto di vizi e virtù del popolo italiano: furbo, ironico, campanilistico ma soprattutto capace di emozionarsi ed emozionare con grandissima semplicità. Anche la comicità con cui i D’Angelo, padre e figlia, intrattengono il pubblico è  semplice, diretta e perciò anche più vicina allo spettatore. Con gli spunti di Trilussa, di Proietti, di Andrea Parodi e di tanti altri l’autore il regista Mario Scaletta strizza l’occhio al classico varietà che fu, e attraverso la scenicità di Gianfranco D’Angelo vengono presi e ridicolizzati gli stereotipi di un mondo moderno, visti con gli occhi di chi, quel mondo, lo ha visto cambiare ad una velocità vorticosa, ma solo nella forma perché nella sostanza non ha mai tradito le sue origini italiche. Insomma due ore di piacevole comicità, con la “pesante accusa” di grandissima nostalgia ed è proprio lo stesso D’Angelo a  sottoporsi a processo durante lo spettacolo, rubando sorrisi e applausi a scena aperta.

 

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