Parte dalla direttiva 2000/60/CE, che descrive l’azione comunitaria in materia di acque, la lettera che Fabio Cannella, sindaco di Fonte Nuova, ha scritto ai cittadini residenti su via Palombarese – sul versante di Santa Lucia di Fonte Nuova – annunciando l’urgente necessità di “vagliare la qualità delle acque dei fossi e dei pozzi prendendone alcuni a campione”. Le motivazioni date dal primo cittadino si muovono lungo due fronti. Da un lato, come detto, la normativa europea, che si pone gli obiettivi di prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo, migliorare lo stato delle acque e assicurare un utilizzo sostenibile, basato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili – entro il 31 dicembre 2015 – quando si dovrà arrivare ad ampliare la protezione delle acque, sia superficiali che sotterranee, raggiungere lo stato di “buono” per tutte le acque, e ancora gestire le risorse idriche sulla base di bacini idrografici indipendentemente dalle strutture amministrative e procedere attraverso un’azione che unisca limiti delle emissioni e standard di qualità, riconoscere a tutti i servizi idrici il giusto prezzo che tenga conto del loro costo economico reale, rendere partecipi i cittadini delle scelte adottate in materia. Altro fronte è quello della conferenza dei servizi relativa alla discarica dell’Inviolata e al piano di caratterizzazione. Proprio in sede di conferenza è emerso il superamento dei valori di metalli pesanti e di composti organici ratificati dalle analisi di Arpa Lazio, fatto che ha obbligato il gestore della discarica alle procedure di messa in sicurezza (solo che la discarica è ancora in attesa di bonifica). Ma il gestore si è opposto scegliendo la via del Tar. Solo che nel frattempo è stato anche ratificato che per la direzione dei flussi di falda le criticità incidono soprattutto sul versante di Santa Lucia di Fonte Nuova lasciando presumere che tale inquinamento interessi anche i pozzi privati dell’area di via Palombarese. Su questo si poggia l’invito di Cannella ai cittadini, ossia quello di ““volersi proporre spontaneamente per far accedere la Asl presso la propria proprietà per effettuare un prelievo dell’acqua del proprio pozzo che verrà analizzato da Arpa Lazio, dietro richiesta ed eventuale onere del Comune e consentire al Comune stesso di verificare la qualità delle acque di Santa Lucia”. Un gesto di attenzione verso tutta la comunità che utilizza tali acque per l’irrigazione dei campi e l’abbeveraggio degli animali, e non solo un atto di tutela delle proprietà. Nel caso di numero insufficiente di adesioni spontanee, scatterà l’ordinanza per l’ingresso della Asl.
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