Nel pomeriggio del 20 agosto è stata sgomberata l’area di via di Villa Cappelli, dove si era formato un nuovo insediamento abusivo di nomadi: i Vigili Urbani con l’ausilio di una pattuglia dei Carabinieri hanno provveduto ad eseguire l’ordinanza 264 del 13 agosto 2015, che imponeva lo sgombero per motivi di igiene e sanità pubblica. Il campo era composto da 9 roulotte, con circa 40 persone, tutti italiani, nello specifico siciliani, dediti alla raccolta del ferro come attività principale. Nessun problema di ordine pubblico, anzi: l’area interessata dall’insediamento era già stata ripulita dai nomadi, già prima dello sgombero. Alle 17 la zona era già libera, con i dovuti segnali di divieto d’accesso per i prossimi, ed eventuali, “fruitori”. L’insediamento si trovava nei pressi di una delle strade con maggior traffico della città, vicino ad esercizi commerciali e industriali: un’area non attrezzata nè servita per la sosta di caravan e simili, e sono molti i disagi subiti dai fruitori delle aziende e dei ristoranti, visto che, naturalmente, l’insediamento è causa “causa di degrado per l’ambiente, non essendo l’area dotata di strutture ed attrezzature igienico sanitarie tali da considerarla idonea al soggiorno anche temporaneo di persone, è inutilizzabile per la sosta ed installazione del campo nomadi, in quanto mancano le strutture igienico sanitarie adeguate al protrarsi della sosta quali servizi igienici, prese idriche, impianto allacciamento energia elettrica e tutte le altre attrezzature idonee a garantire le normali condizioni di vita”. Ora occorre capire quale sarà il destino dell’area dell’ex centro Giotto, ad oggi, salvo alcune eccezioni, completamente abbandonata e preda di verie tipologie di degrado: un atto dovuto per chi ha deciso di investire in quella zona con le sue attività commerciali e industriali. Lo sgombero può e deve essere solamente l’inizio
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