“Forse in molti non ricordano che, rispetto al precedente management, i nuovi organi di indirizzo della nominopoli zingarettiana, guidati da una non ancor meglio identificata cabina di regia di D’Amato, guadagnano il 20% in più. Annualmente infatti i nuovi contratti costano €387.000 in più rispetto ai precedenti, ovvero complessivi 1.161.900 euro per l’intera durata dell’incarico”, così in una nota il Consigliere Regionale del Lazio Fabrizio Santori, membro della Commissione Salute.
“Qualcuno a suo tempo giustificò tale maggiorazione adducendola a fantomatiche proposte maggiormente competitive di altre Regioni. Ma da una ricerca effettuata rispetto al target imposto dalla normativa, il 47% delle Regioni aveva applicato la riduzione sui contratti ancora ad oggi in essere, e alcune Regioni ancora stanno applicando decurtazioni sui premi di produzione. Questo anche nelle Regioni di provenienza di molti dei manager nominati da Zingaretti nel Lazio. Di quale competitività dei costi dei contratti parliamo? Lo dice la normativa, ma la spending review non è valsa per loro”, prosegue Santori.
“Ora vogliamo risposte, vogliamo capire se a questo costo ulteriore e di fatto non dovuto è corrisposto un risparmio nelle spese delle strutture, se abbia apportato efficienze e sinergie a parità di assistenza sanitaria. Abbiamo più di qualche dubbio che ne sia valsa davvero la pena. Mi auguro che qualcuno ci relazioni in Commissione Salute. Spero che il Presidente Lena raccolga, una volta tanto, questo messaggio”, conclude Santori.
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