Da qualche giorno si sono chiuse le iscrizione per i nidi di Roma Capitale per l’anno educativo 2015-2016. I posti disponibili sono sempre gli stessi degli anni passati (circa 11.000), nonostante che a Roma, diversamente dal nel resto dell’Italia, siano aumentati i bambini da zero a tre anni: da 71.721 nel 2013 a 76.198 nel 2014, secondo i dati ISTAT.
Mentre i nidi continuano nel loro lento declino verso la privatizzazione, con meno di 200 asili pubblici e 230 privati in convenzione, tanti bambini rimarranno come al solito in lista d’attesa, che mediamente si aggira intorno ai 9-10.000 bambini.
Niente di nuovo sotto il cielo, sembrerebbe. Eppure quest’anno una novità c’è, ed anche di non poco conto: sono diminuite le richieste di iscrizione agli asili, con solo 16.000 domande a fronte delle 20.000 presentate lo scorso anno; ovvero circa 4.000 famiglie non hanno presentato domanda per l’anno educativo 2015-2016.
Secondo l’USB di Roma Capitale, alla base di queste rinunce c’è la crescente sfiducia che i cittadini romani nutrono nei confronti dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Marino, che certo non si distingue per le politiche per l’infanzia e che nel bilancio 2015 ha ulteriormente ridotto le risorse per questi servizi.
Un altro elemento è certamente dato dalla riorganizzazione dei servizi scolastici ed educativi all’insegna del risparmio, producendo una diminuzione sconsiderata dell’utilizzo del personale supplente ed un conseguente sensibile aumento del numero di bambini che ogni educatrice deve di fatto seguire. Tutti elementi peggiorativi della qualità che si dovrebbe offrire, tanto nelle strutture pubbliche che in quelle convenzionate, e che sicuramente ha contribuito a creare un clima di estrema incertezza fra i genitori.
A tutto ciò si aggiunge la difficoltà incontrata dalle famiglie per effettuare l’identificazione al portale e l’obbligo di presentare la domanda d’ iscrizione al nido solo online. Forse il Sindaco non lo sa, ma non tutti hanno possibilità di accedere a strumenti informatici e risulta particolarmente odiosa la gabella richiesta dai CAF per un servizio che dovrebbe gestire in proprio l’Amministrazione comunale.
Insomma, se ora il Sindaco Marino ora potrà dire di aver abbattuto le liste d’attesa dei nidi, il suo impegno non sembra certo orientato a far funzionare i servizi: come si dice a Roma , “così so’ boni tutti”.
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