“Naalalou”, in lingua Mandinka vuol dire “integrazione”. Integrazione è una parola forte, di cui si parla spesso ma che si realizza poco; è un filo rosso che lega i ragazzi dell’associazioneTivoliLiberatutti e quelli del CARA di Tivoli (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) che hanno collaborato per proporre 4 giorni di attività volte alla sensibilizzazione e informazione sul tema della migrazione e dell’integrazione.
L’iniziativa è promossa dall’associazione TivoliLiberatutti in occasione della seconda edizione del Festival Fuori dal Comune e si svolgerà dal 20 al 24 maggio in quattro giornate.
I ragazzi del C.A.R.A. coinvolti nell’iniziativa sono quasi tutti del Gambia e parlano soprattutto in Inglese. Molti di loro frequentano calcio e basket o suonano con l’orchestra a Tivoli, a giugno, quando termineranno i corsi e non avranno più nulla da fare. Devono rimanere nel centro fino al termine della loro pratica, il che può richiedere anche più di un anno.
Per approfondire la questione, abbiamo parlato con Nicole Pappalardo di TivoliLiberatutti che ci ha spiegato i dettagli e gli scopi dell’iniziativa.
Come nasce l’idea di proporre questa iniziativa?
L’idea nasce dall’anno scorso, è infatti la seconda edizione del Festival “Fuori dal Comune”, in cui avevamo trattato i temi della malapolizia e di territori difficili come L’Aquila e la terra dei fuochi. Quest’anno abbiamo scelto come tema l’integrazione per ricollegarci alla realtà locale del centro C.A.R.A., per far conoscere le storie di questi ragazzi alla cittadinanza.
Quali saranno gli eventi di queste quattro giornate?
Questa mattina si è tenuta una conferenza all’I.T.I.G. Enrico Fermi, cui hanno partecipato Gabriella Cancrini, professoressa di Parassitologia presso la Sapienza di Roma, Elena Caputo e Giorgia D’Adamo del C.A.R.A. di Tivoli, due ragazzi di Barikamà, una coperativa sociale fondata da ragazzi africani che produce Yogurt biologico, la professoressa del Fermi Rosa De Luca e Marco Altamura come relatore per Tivoliliberatutti. Siamo stati molto contenti di aver avuto la possibilità di parlare dentro una scuola e di aver potuto spiegare agli alunni la figura del rifugiato politico attraverso le storie e le testimonianze dei due ragazzi.
Venerdì 22 ci sarà un torneo di Street Basket presso il campetto in piazza G. Falcone di Paterno con i ragazzi del C.A.R.A. la partecipazione è aperta a chiunque voglia giocare, mentre Sabato al Campo Ripoli si terrà un torneo di calcio con i ragazzi del Villaggio Don Bosco, del C.A.R.A. e Tivoli Liberatutti. Infine nella giornata conclusiva di Domenica 24, presso Villa Braschi si terranno due riti africani HUNTING e KANKOURAN, con musica e danza.
Quale è lo scopo che volete perseguire con questo evento?
Lo scopo perseguito è creare informazione sulla realtà dell’immigrazione, spesso oggetto di una grande disinformazione a causa di pregiudizi infondati e notizie false. Ciò che vogliamo è spiegare a tutti chi sono queste persone e perché vengono qui. È anche un modo per conoscere una realtà che ci è più vicina di quanto pensiamo: i ragazzi del C.A.R.A. li vediamo spesso per le strade a Tivoli, ma quasi sempre stanno tra di loro. Questo evento vuole essere un’occasione di condivisione e integrazione tra i giovani, anche attraverso attività come lo sport che uniscono e annullano le differenze.
Quale è stata la risposta dei ragazzi del C.A.R.A. a questa iniziativa?
I ragazzi hanno partecipato a una riunione in associazione con noi e si è instaurata una bella collaborazione: una di noi sta realizzando delle maschere di cartapesta per aiutarli a preparare lo spettacolo di domenica. C’è stata sicuramente una buona risposta, loro si sono mostrati entusiasti dell’iniziativa, non possono lavorare quindi un’attività li coinvolge in pieno.
Personalmente come hai vissuto questo incontro?
Credo che tutti noi siamo mossi da una motivazione forte che è evidente nell’impegno che è stato necessario per organizzare questo evento. Dopo aver sentito le testimonianze dei due ragazzi di Barikamàquesta mattina credo che umanamente sia impossibile non sentirsi toccati dalle loro storie.
Infine Rachele Censi, presidente dell’associazione TivoliLiberatutti aggiunge: “io personalmente sono felice di aver coinvolto una scuola e sono orgogliosissima di aver dato continuità al festival fuori da comuneche ci aveva permesso partendo da situazioni territoriali di ospitare e conoscere tante realtà nazionali, non poi così lontane da noi se non geograficamente.”
Riguardo al dibattito di questa mattina mi racconta che “i ragazzi di Barikamàci ha dato una lezione di integrazione e promozione sociale incredibile, di vera resistenza, e sono sicura che almeno in qualcuno dei ragazzi che oggi hanno ascoltato quelle testimonianze oggi sia scattato qualcosa” .
Poco dopo mi saluta, perché torna a lavorare alla maschera che sta realizzando per l’evento di domenica. Sono le 10:30 di un giovedì sera. A Sporcarsi le mani ci vuole coraggio, quello che dovremmo avere tutti, il coraggio di disobbedire a chi continua a dirci di guardare agli altri sempre come una minaccia e mai come a una promessa.
Ringraziamo i ragazzi di Tivoliliberatutti per le foto, e invitiamo a consultare la pagina dell’evento per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/events/1648608432025420/
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