Trecento, più o meno. Trecento mattoni colorati che hanno contribuito a costruire un qualcosa che si costruisce solo se gli occhi restano aperti, se le orecchie ascoltano, e se il cuore batte come deve, come accade quando riesci a contribuire a realizzare i sogni di qualcun altro. Trecento, dicevamo: che diventano altri ‘Mattoni di Gioia’. Erano trecento le persone che hanno affollato la Sala San Francesco della Parrocchia Santa Maria di Loreto per la cena di beneficenza organizzata dall’associazione nata nel 2013 a Guidonia, e che si occupa di raccogliere fondi per cure mediche, educazione e costruzione di edifici e strutture riservate alle famiglie più bisognose (e sono tante) del Brasile che non si conosce, quello di Salvador de Bahia, Maracas, Sergipi, e quello dei progetti raccontati da Suor Ana Coelho, dell’Ordine “Figlie della Chiesa” , che “Mattoni di gioia” supporta in tante iniziative. Iniziative raccontate dalla religiosa brasiliana, un fiume impetuoso di entusiasmo e di grinta, sorriso contagioso e donna dalle molteplici sfaccettature, “sono sia ingegnere che muratore”, tutte in egual misura rivolte ad aiutare il prossimo.Casa de Maria India, Casa do Nonno Antonio, questi ed altri sono i progetti realizzati e ancora da realizzare dall’associazione di Guidonia, che è riuscita, in un modo molto semplice, a portare 300 persone al centro del Sud America e a farle innamorare di un luogo che non hanno neanche mai visto. Come si fa? Succede quando si parla al cuore, quando lavori per “per stravolgere il destino di questo posto del mondo che è una storia che quasi non ci credi”. Storie che ti entrano dentro, nel cuore e nello stomaco. Che sono le prime due parti del corpo che ti annunciano che ti stai innamorando. Non può essere un caso.
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