E’ una delle prime giornate di sole dopo l’inverno questo giovedì mattina e Tivoli si è svegliata diversa: l’odore di Bignè riempie le strade insieme ai banchi della fiera di San Giuseppe che sono più di 200 dai più tradizionali ai più moderni e strani.
Quest’anno è anche un’edizione speciale: la fiera, nata nel 1895, compie 120 anni. Diversa rispetto agli anni precedenti è la disposizione dei banchi concentrati tutti all’interno del centro storico, anche in punti che sono vere novità come piazza Campitelli e piazza Colonna, da cui si ammira una bella vista sui giardini di Villa d’Este.
La festa nelle strade è l’accento dei venditori che si mescola con il tiburtino dei passanti, è la folla colorata che esce dalla chiesa, le persone che si rincontrano dopo tanto tempo, i bambini che guardano meravigliati i palloncini e gli animali (e spesso riescono a farsi comprare il classico pesce rosso, che di solito non fa mai una buona fine). La festa sono i ragazzi che approfittano della chiusura delle scuole e gli anziani al bar che commentano: c’è chi rimpiange “li tempi mea” e chi pensa che nonostante gli anni la fiera non abbia perso il suo fascino.
Paola e Antonietta, che di fiere ne hanno viste molte, sono sedute in piazza Rivarola: “è semplicemente bella, è un’istituzione, io non manco mai, vengo ogni anno da Roma per partecipare. Rispetto agli anni precedenti ci sembra meno caotica e meglio distribuita e anche la qualità dei banchi ci è sembrata migliore con più prodotti artigianali e tradizionali.” Quando chiedo cosa hanno acquistato la risposta è: “ovviamente l’immancabile panino con la porchetta, ma anche pensierini per figli e nipoti”.
Anche la signora Patrizia apprezza la nuova disposizione dei banchi nel centro storico: “ è anche un modo per far conoscere a chi viene da fuori luoghi della città che meritano di essere visti e farli riscoprire anche ai tiburtini stessi, che a volte dimenticano la bellezza della loro città”.
Tra i commercianti c’è chi si lamenta della gente che “guarda molto e acquista poco” eper molti la crisi di acquisti si è fatta sentire anche quest’anno, ma in generale quasi tutti si dicono soddisfatti dell’andamento della manifestazione: “almeno è bel tempo, fa piacere stare all’aperto e vedere le persone uscire di casa.”
Sono passati 120 anni dalla prima edizione della fiera. Oggi possiamo fare acquisti quando vogliamo, basta un centro commerciale, oggi la festa è tutti i giorni che sarebbe un po’ come dire che non lo è mai. Ma è in questo che si riscopre il valore di un giorno così: la fiera significa restituire alla città quella dimensione umana che a volte la modernità ci fa dimenticare, fare uscire la gente di casa, riscoprire anche luoghi della città in cui non si passava da tempo. Dimenticare per un giorno i problemi e le cose che non vanno, ripensare che Tivoli è una bellissima città, ed è più semplice crederci davvero sotto questo primo sole, è più semplice in un giorno così.
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