La Grande Guerra sul Grande Schermo. E’ questo il titolo del Workshop – con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Città di Guidonia Montecelio – organizzato dal Liceo Scientifico Statale Ettore Majorana di Guidonia che racconta attraverso i grandi film del passato gli anni della Prima Guerra Mondiale, ritornata sotto i riflettori in occasione dei festeggiamenti per il Centenario. Il preside dell’istituto, Eusebio Ciccotti, storico del cinema, è stato fautore della manifestazione, che ha preso il via lunedì 23 febbraio, con la proiezione del film ‘Uomini Contro’, di Francesco Rosi, omaggio al regista da poco scomparso. “Un film – ha spiegato il Professor Ciccotti – che possiede un linguaggio filmico moderno, grazie alla fusione del carattere finzionale e di quello documentaristico. Ringrazio l’Assessorato alla Cultura di Guidonia che da dimostrato grande sensibilità sull’argomento che abbiamo proposto: questa serie di proiezioni è rivolta certamente agli studenti ma anche a tutti quelli che hanno voglia di partecipare. Parliamo di film di una elevata importanza, che abbiamo scelto proprio per dare corpo a questo percorso tematico, che darà occasione a tutti di affrontare la Grande Guerra attraverso differenti discipline e punti di vista”. Ha partecipato al primo incontro anche il Vice Sindaco di Guidonia Andrea Di Palma, che ha avuto parole di elogio per l’iniziativa del Liceo, che permette agli studenti “di conoscere e di riflettere sulle tragiche, ed al contempo eroiche, vicende che hanno caratterizzato quel conflitto bellico. Grazie alle celebrazioni dell’anniversario, promosse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e sostenute dalla nostra Amministrazione, sarà possibile approfondire diversi aspetti ancora poco noti ai nostri studenti. Credo che la conoscenza della Storia rappresenti un dato imprescindibile per la formazione dei ragazzi”.
Molti punti di vista per una sola Storia. Nell’introduzione alla conferenza, la docente e attrice professionista Nives Nissi ha letto alcuni brani del libro di Emilio Lussu ‘Un anno sull’altipiano’, da cui è tratto il film ‘Uomini contro’: particolare che ha aggiunto emozione ad emozione le esibizioni al piano degli studenti Simone Ottino e Lorenzo Zini. L’iniziativa è stata presentata dal preside: una vera e propria giornata di studio che ha approfondito diversi argomenti attraverso molteplici interventi e punti di vista, da quello relativo all’evento storico della Prima Guerra Mondiale, a cura del Professor Ciccarone, che ha evidenziato gli aspetti di un contesto eterogeneo della guerra, espressione di una società di massa sia per le caratteristiche militari e tecnologiche che per l’impreparazione delle nazioni belligeranti ancora legate ad un mondo Ottocentesco .”Una guerra di morti di fame contro altri morti di fame”. Il racconto degli intellettuali interventisti è stato oggetto dell’intervento delle professoresse Firmi e Virgili, quegli stessi intellettuali “poi passati alla disillusione, emersi dalle testimonianze letterarie di Serra e dei poeti quali Ungaretti e dello stesso Lussu”. L’intervento della Prof.ssa Maoddi ha sottolineato la natura della ‘inutile strage’, del disagio e dell’esplosione di follia della Prima Guerra Mondiale, che ha costituito un laboratorio scientifico di eccezionale valore pioneristico curato da Padre Agostino Gemelli, medico, psicologo e teologo, fondatore della Psicologia Sperimentale in Italia, in particolare per la raccolta di documenti antropologici fondati su storie di vita, credenze e rituali che ha rappresentato la terapia corale al malessere e alla sofferenza prodotta dalla guerra. “Gli studi innovativi – ha proseguito la Maoddi – sono avvenuti anche nel fronte austriaco, attraverso Freud. Egli ha dato vita ad una nuova prospettiva terapeutica sul disagio psichico di origine traumatica dello shock da combattimento e lo squilibrio mentale degli ‘scemi di guerra’. Non va dimenticato l’incremento dell’alienazione subita da tutta la popolazione nel contesto di guerra”. Ha chiuso il Professor De Santis, ridefinendo gli argomenti nella prospettiva della complessità che coinvolge diverse discipline.
Da una memoria divisa a una memoria condivisa. Sul tema della Grande Guerra e della memoria abbiamo chiesto un commento ad Antonella Grippo, docente al Majorana e autrice di numerosi saggi storici, l’ultimo insieme a Giovanni Fasanella proprio sulla Prima Guerra Mondiale, “1915 – Il fronte segreto dell’intelligence. La storia della Grande Guerra che non c’è sui libri di Storia”. Un doppio ruolo che rende evidente, difficile e necessario “affrontare il tema della memoria e della storia senza preclusioni ideologiche. Il sociologo francese Maurice Halbwachs parla di una sociologia della memoria e della necessità della costruzione di una memoria collettiva, intesa come patrimonio fondamentale di un gruppo sociale. Un pensiero sociale che acquisisce, nella sua speculazione,una marcata valenza identitaria che però sia in grado di superare l’istituzionalizzazione della memoria. Purtroppo in Italia, invece, si cede facilmente a questa istituzionalizzazione che trasforma la storia in retorica celebrativa. La storiografia ufficiale e, per ricaduta, la divulgazione scolastica si accontentano spesso di una versione edulcorata e faziosa dei fatti che nulla spiega di cosa sia diventato il nostro Paese. Al contrario è necessario passare da una memoria divisa a una memoria condivisa”. La Grande Guerra che rientra perfettamente nel solco della Storia d’Italia, con i vizi e le virtù che abbiamo visto dal Risorgimento in poi. “Per farlo l’unica strada da percorrere è quella di sfatare miti e ‘belle leggende’, come diceva Giovanni Giolitti a proposito del nostro Risorgimento, e far luce sui vizi endemici dell’Italia: il trasformismo in politica, la corruzione, la tendenza a scendere a patti con i poteri forti, una razza padrona che si arricchisce sulla miseria della povera gente. La Grande guerra è parte di questo scenario. E per studiarla è necessario far emergere gli episodi più oscuri e le pagine censurate della nostra storia, per cercare di comprendere i diversi moventi degli attori in campo e la genesi di quelle macchinazioni di poteri opachi che sono da sempre una funesta caratteristica del nostro Paese. Solo così può avvenire un reale passaggio dalla divisione alla condivisione della memoria”. Memoria e approfondimento che passano anche da iniziative come quella che ha appena preso il via al Liceo Majorana. Studio, approfondimento, confronto, dibattito: la buona scuola è questa, e si fa solo attraverso le persone che la sanno fare, che credono nella proposta formativa e nei ragazzi alla quale viene rivolta. Al Majorana, giornalmente, se ne incontrano parecchie di queste persone. Che nella scuola, e nel peculiare ruolo dell’insegnante, ci credono ancora. Prossimo appuntamento con “La Grande Guerra sul Grande Schermo” è il 4 marzo, con il film ‘Joyeux Noël’.
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