E’ il 20 febbraio, e si discute nel consiglio comunale di Guidonia.Non solo di regolamenti, come da ordine del giorno. C’è stato molto altro. Il regolamento per il funzionamento del consiglio comunale si ferma alla diversa concezione del numero legale, o meglio, sulla presenza o meno in sala del promotore della richiesta di controllo del numero legale: secondo l’opposizione se ne può andare, secondo la maggioranza – tranne Morelli e Sassano, che hanno più di qualche dubbio – deve restare in aula. Dibattito bloccato, e se ne riparlerà nelle prossime sedute. Una lunga discussione nei preliminari – e neanche erano previsti – e numerosi temi esposti. In primo luogo si è tornati a parlare della questione morale, che a intervalli regolari torna al centro del dibattito sempre con diverse sfaccettature. Il dibattito parte con un intervento decisamente polemico di Sassano, che ironizza sulla poca presenza della maggioranza, facendo una analisi politica generale quasi da consigliere d’opposizione. Ci si è poi soffermati sul diritto all’oblio, chiedendo nuovamente le modifiche: “tutto online, tranne gli atti personali. Qualsiasi documento deve essere rintracciabile: inaccettabile che sparisca dopo 15 giorni”, così il capogruppo del PD Di Silvio.
La furia di Cipriani. Sul fronte delle degli impianti pubblicitari, abusivi e non, si è soffermato con forza Ernelio Cipriani, che all’epoca portò avanti un lavoro puntuale e preciso sulla cartellonistica. Le polemiche sono divampate in questa settimana, e l’intervento di Cipriani ha contribuito, perlomeno, a fare chiarezza, e a mettere, come si dice, i puntini sulle I. E i puntini messi sono stati tanti, e di un certo impatto. “La gara, era aperta, ovviamente: e quelli e che non si sono presentati sono gli stessi che oggi parlano di libera concorrenza, che oggi reclamano, e che da anni fanno occupazione abusiva del nostro territorio e non pagano nemmeno i cartelli che hanno posizionati regolarmente”. Cipriani è inferocito. Ricorda all’aula l’approvazione del Regolamento e del PRG sulla cartellonistica, redatto tramite un preciso lavoro che ha cercato più volte il coinvolgimento degli imprenditori e della politica, e sottolinea come “trovare una scusa per invalidare un bando regolarissimo vuol dire continuare a perdere tempo e mantenere la città sporca. Non faccio sconti a nessuno: maggioranza e opposizione. Sui cartelloni abusivi durante la campagna elettorale c’erano tutti, e i cittadini se li ricordano tutti”. Ce ne è anche per l’AIPA. “Stiamo aspettando ancora le 4 assunzioni dell’Azienda, non fatte, oppure le 100 plance che avrebbero evitato di vedere lo scempio dei cartelloni abusivi in città. Perché allora il bando dell’AIPA non è stato invalidato?”. L’ex assessore, in odore di riconferma, lancia una provocazione che fa un rumore assordante. “Se non capiamo questo, vuol dire che interessa più avere a disposizione 1000 manifesti abusivi: da una parte ci sono imprenditori che non pagano, dall’altra, in questo modo, imprenditori seri che vogliono fare le cose in regola sono tagliati fuori dal mercato”. Alla fine Cipriani tenta di far ragionare tutti, rispetto a un tema particolarmente delicato, a quanto pare. “Cerchiamo di fare l’interesse dei cittadini: avremo lavorato bene tutti, e non solamente io”. Reazioni ovviamente da entrambe le parti. “Quello di Ernelio – spiega Rita Salomone, del PD – è un intervento che pone questioni importanti. Una questione morale. Occorre oggi più che mai un chiarimento, ricondurre tutto nella trasparenza. Non possiamo né dobbiamo dimenticare che la gente crede in noi, ci ha votato, e merita una classe dirigente degna. Noi dobbiamo rispettarli, sempre, senza occupare spazio che sono privati”.
Il regolamento del consiglio comunale rinviato di nuovo. Filosofia politica e del diritto durante la discussione per il regolamento del consiglio comunale, che si blocca, come detto, sul numero legale, sul fatto che chi lo richieda resti o meno in aula. Spunto per un dibattito certo di livello, ma forse un po’ fuori luogo rispetto alla valenza dell’atto da approvare. Del resto, manca solo qualche decina di articoli da approvare. E il numero legale, alla fine, sembra essere il nodo più grande da sciogliere, visto l’utilizzo talvolta eccessivo fatto nel consiglio comunale di Guidonia.
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