Un segnale stradale che indica il centro di una città. Con una freccia che punta, indica e porta nel quadrante del Nord Est Romano. E’ fortemente simbolico il logo del Collettivo FuoriCentro, 15 ragazzi che hanno deciso di capovolgere paesaggi e sterotipi tipici della società moderna e dei quartieri della periferia: insiemi di individui ma mai comunità, zone dormitorio, disgregazione e indifferenza. “Abitare questi posti in maniera alternativa, volontà di rendere migliori i posti dove tutti noi viviamo, occasione di riscatto per tutti quelli che vogliono vivere il loro quartiere”: usiamo le parole di Matteo, uno dei componenti di FuoriCentro, per raccontare la presentazione di questo progetto, che è avvenuta sabato 13 dicembre in via Todini, a Setteville, nella sede dell’Associazione Atlantide. Alla presenza di tanti giovani, di cittadini comuni, di rappresentanti di associazioni locali, i ragazzi di FuoriCentro hanno dipinto il loro manifesto programmatico. E hanno fatto breccia nei cuori di molti. “Il nostro obiettivo – racconta Matteo – è quello di essere uno spazio di condivisione alternativo alla strada. Non solo luogo di aggregazione, ma anche polo del sapere, di cultura autogestita: una finestra sul mondo che sappia dare voce ai territori della periferia. Vogliamo riuscirci anche lavorando insieme alle altre realtà della zona, contribuendo a creare una rete di associazioni che è fondamentale per far crescere il nostro territorio”. MAtteo chiude il suo intervento con una citazione di Calvino, che troviamo pertinente rispetto agli obiettivi che si pone il Collettivo: “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. E’ scelta ardua decidere di riconoscere “cosa non è inferno”, ma la grinta dei ragazzi, il loro entusiasmo e la loro preparazione sono una ottima base per partire. Partenza che prevede già una programma ben definito: “Abbiamo pensato – spiega Ludovica – di proporre un cineforum sul tema degli ultimi, gli esclusi e gli emarginati, programmando film come L’Odio, L’Onda, Django, ma sopratutto vogliamo essere cuore pulsante: ci piace immaginare questa stanza come un’aula studio, aperta per tutti, in cui poter organizzare e partecipare a corsi, workshop e concorsi. Il 21 dicembre ci ritroveremo tutti qui per festeggiare il Natale: ci teniamo a dire che siamo aperti a tutte le idee che ci arriveranno”. Eugenio ha invece raccontato i motivi della nascita di FuoriCentro, “il riscontro di uno scarso interesse per la dimensione collettiva, e la mancanza di un’idea di comunità: noi abbiamo deciso di sporcarci le mani”, mentre Lorenzo ha spiegato come da interessi simili e esperienze diverse possano nascere “progetti nuovi e stimolanti come FuoriCentro: mi vesto da cittadino, e provo insieme agli altri a creare qualcosa di bello”. Un progetto che è davvero interessante e stimolante: un’idea che mancava, “c’è bisogno di tutto questo”, usiamo le parole di Andrea dell’Associazione Umanista Atlantide per fare gli auguri ai ragazzi del Collettivo. Nascere, esserci, è già una vittoria, come ha detto loro Alberto dell’associazione Oltre Il Ponte: per crescere, hanno dimostrato già oggi di avere ottime basi e idee chiare.
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