Rosse. E tante. Erano più di 120 le scarpette rosse nella mattina del 13 dicembre nella Piazza del Comune, a Guidonia. Una mattinata contro la Violenza di Genere, contro il Feminicidio. Scuole, istituzioni, sindacati, cittadini comuni e forze dell’ordine. Insieme, in piazza, per dire basta. Scarpette rosse, dicevamo. Come il sangue versato dalle donne morte in questo anno, colpite dalla violenza di chi è loro accanto, uccise solo per voler ricominciare, per non voler essere proprietà di nessuno, per voler riprendere ad amare e per desiderare solamente che il cuore batta forte non per il terrore della violenza, ma per quell’amore che chi le colpisce, le umilia, le sottomette, le mortifica, le tortura, le stupra, evidentemente non conosce. Ma le donne lo sanno cosa è l’amore. Ed è dall’amore che si riparte, sempre e comunque. Lo dimostrano queste manifestazioni, e lo dimostrano le storie di chi ogni giorno dice basta e ricomincia. Mettendo da parte fiori appassiti e cogliendo una rosa nuova. Quella che nasce anche nei posti più impensati. E un bocciolo di rosa sono e restano anche le manifestazioni come quella di Guidonia. Cultura, rispetto dell’altro, educazione. E amore. E’ da questi fiori che si può ripartire. E forse le scarpette, tra qualche tempo, non avranno più solamente il colore del sangue.
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